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IL NUOVO JEEG ROBOT D’ACCIAIO - Come “mangiare” schermi cibernetici e insalate di microchip per vivere ignari e beati

Di Antonella Randazzo




Per far sopravvivere il sistema attuale urge una trasformazione delle masse. Non basta più l’ipnosi collettiva, occorre rendere i singoli individui come “robotizzati”, ovvero mentalmente ed emotivamente controllati, al fine di eliminare completamente ogni pericolo di evoluzione e di indipendenza. Tale progetto può suscitare ilarità per la sua apparente assurdità, ma in realtà è già in atto da diverso tempo, nella totale inconsapevolezza della maggior parte degli abitanti del pianeta. Le prove a sostegno di ciò sono talmente tante che si potrebbe scrivere un trattato. In questa sede saranno brevemente considerati gli aspetti più evidenti. Non si tratta soltanto del controllo mediatico, ma anche di altre tecniche per controllare la vita emotiva e sociale. A confronto la rigidezza dei metodi gesuitici impallidisce.
Il nuovo robot si sta costruendo attraverso programmi mediatici, prodotti tecnologici e giochi virtuali. Egli non si accorgerà di essere tale, e potrà essere diretto da chi possiede i poteri di azionare i suoi meccanismi.

Il sistema ci vuole diversi da come siamo. Ci vuole disposti a credere alle panzane mediatiche senza alcun senso critico. Vuole che ci sentiamo inadeguati, di scarso valore, complessati se siamo precari, disoccupati o al verde, incapaci di vivere una vita “piena” e dunque disposti a diventare “programmati”, a costo di sentire stress e infelicità.
Con i suoi metodi altamente manipolativi, l'assetto attuale ci vuole inclini ad accettare uno stile di vita improntato al materialismo consumistico e all'egocentrismo, come se fossimo incapaci di ritenerci più di un corpo fisico e di un insieme di pulsioni istintive.
Con la stessa tecnologia ci vengono poi offerti palliativi per tentare di sfuggire all'infelicità. Sono stati persino prodotti "giochi" per creare un'altra esistenza, o chat in cui sempre più persone trascorrono tutto il tempo libero, sottraendolo alla vera socializzazione o ad attività creative.
Il nuovo robot umano socializza all'interno di precisi canali, prova le emozioni concesse dal sistema, utilizza prodotti tecnologici e non si fida granché della sua personale esperienza.

Nel mondo ricco, si esalta la tecnologia come fosse la fonte per eccellenza del progresso umano, offrendo "effetti speciali" accattivanti per convincere e nascondere la condizione alienante in cui l'uomo contemporaneo si trova a vivere.
Sempre più persone, soprattutto europee, statunitensi e giapponesi, trascorrono il tempo libero all'interno di una "realtà" virtuale, in cui vivono rapporti umani, di coppia o erotici.

Come ho già avuto modo di spiegare in passato, gli aspetti negativi di Internet, da capire e contrastare, sono tanti. Il contesto della rete non può includere la percezione di oggetti o persone reali, mancano gli aspetti emotivi, che soltanto nel mondo concreto esistono. E’ ovvio che i computer non possono mai sostituirsi alla realtà, e può essere dannoso credere di poter fare a meno dell'esperienza reale, sostituendola del tutto o in parte con quella virtuale.

Lo schermo crea una “realtà”, che può condizionare quando non si ha consapevolezza dei meccanismi e si accettano alcuni aspetti perché popolari o per abitudine.
Il problema è capire come la realtà virtuale incide sul nostro modo di essere e sul comportamento, modificando abitudini, potenzialità cognitive, modi di essere e rapporti sociali.
Molti studiosi parlano di riduzione delle complesse potenzialità umane, impoverendo la qualità delle relazioni sociali e l'uso umano di risorse che il computer non potrà mai avere, come l'intuito, la capacità di complessi collegamenti semantici, o lo scambio di "energia" vitale. In altre parole, la ricchezza della comunicazione e della conoscenza "reale" può essere limitata in qualità e quantità dall’uso massiccio del computer per stabilire rapporti sociali o per altri usi.

Su Internet si può creare una suddivisione in "greggi", all'interno dei quali si creano significati fondamentali che possono essere trasformati in etichette o diventare dogmatici, riproponendo la medesima realtà di massificazione e di mancanza di libertà di pensiero presente negli altri media.

Inoltre, su Internet si potrebbero ricreare quei meccanismi propri della folla, studiati dalla psicologia sociale. Si tratta di meccanismi che prevedono il superamento delle comuni regole sociali grazie all'anonimato o alla possibilità di un'identificazione fittizia. Il senso dell'anonimato, nelle folle, accresce la possibilità di comportamento non costruttivo o istintivo, ovvero si sfoga il senso di oppressione che il sistema potenzia nell’individuo.
Oggi proliferano i social network, e sempre più persone trascorrono molto del loro tempo libero davanti allo schermo del computer.
Sta di fatto che l’aderire in massa a ciò che lo stesso sistema produce potrebbe rappresentare uno scacco alla possibilità di distruggere l’attuale sistema, nella misura in cui si accettano i palliativi in forma di svago e canali di socializzazione.
Non dimentichiamo che in un mondo davvero libero non si tende ad essere tutti uguali e non si corre a fare in massa tutti le stesse cose.

Il maggior dovere degli esseri umani allo stato attuale delle cose dovrebbe essere quello di agire per salvare il futuro del pianeta dalla distruttività a cui lo sta portando l’attuale gruppo al potere. Ovviamente ogni persona può utilizzare il suo tempo come vuole, ma occorre essere consapevoli che il sistema stesso elabora ninnoli e svaghi per impedire alle persone di porre attenzione a ciò che è davvero importante.

Negli ultimi tempi è esploso il fenomeno Facebook, che promette di poter contattare persone note o vecchi amici. Questo mese gli utenti del social network sarebbero saliti a ben 200 milioni, superando il rivale MySpace. In Italia gli utenti che hanno navigato su Facebook sarebbero oltre 10 milioni.
Facebook sembrerebbe offrire soltanto vantaggi, offrendo un servizio di contatti sociali del tutto straordinario. Ma come mai è sostenuto dalle stesse società che promuovono il sistema e che in altri ambiti saccheggiano o controllano?
Qual è l’inghippo?

Ovviamente qui non si sta criticando chi si iscrive ai social network perché credo che ogni persona sia libera di fare ciò che vuole, e penso anche che gli iscritti non abbiano tutti la medesima assiduità e la loro iscrizione ha diverse motivazioni, da rispettare. Qui si vuole soltanto mostrare l’altra faccia del fenomeno, quella che non sarà mai discussa da Bruno Vespa a “Porta a Porta”.

Il fenomeno dei social network ha lati che vale la pena considerare. Non si vuole certo demonizzare la possibilità offerta dal web di socializzare, ma si vogliono analizzare i possibili retroscena di queste opportunità offerte con estrema facilità a tutti. L’apparente asetticità contrasta con il legame stretto che il social network ha col sistema e con le sue caratteristiche. Alcuni autori notano che di solito la comunicazione tende ad essere appiattita, semplificata e privata delle caratteristiche empatiche che potrebbe avere nella realtà.
Osservano Cinzia Arruzza e Felice Mometti nell’articolo "Una repubblica fondata sul web":

“«Facebook» è uno strumento di comunicazione che uccide la comunicazione nel momento stesso in cui la produce. È un'immensa catena di montaggio di produzione di parole private di un soggetto. Questa enorme circolazione di parole, di commenti, di note e di immagini non ha spesso altra ragione se non il desiderio di presenza, e dunque di esistenza in rete, indipendentemente dal contenuto della comunicazione, dal suo soggetto e dalla relazione reale tra i soggetti della comunicazione. Si stanno moltiplicando anche i casi di censura che riguardano ad esempio gruppi di madri che allattano i figli, dibattiti sull'aids e i preservativi, alcuni partiti politici, video che mettono alla berlina giornalisti televisivi, account cancellati all'improvviso e senza motivo. Le regole di «Facebook» vietano la pubblicazione di materiale genericamente offensivo e che può danneggiare la «compagnia». Il potere discrezionale per stabilire ciò che viola le condizioni d'uso di «Facebook» è talmente elevato arrivando a prevedere il cambiamento delle stesse condizioni senza preavviso. A volte si esagera provocando la reazione degli utenti, come alcune settimane fa, quando la società proprietaria di «Facebook» ha tentato di appropriarsi del copyright di tutto il materiale messo in rete sul social network anche di utenti che disattivassero la propria iscrizione. Certo i gestori del sito hanno fatto un passo indietro, non specificando tuttavia i limiti e le condizioni di uso dell'immensa mole di testi, video, foto e applicazioni prodotti dagli utenti. Ancor più grave è l'opacità del funzionamento del software di pubblicità mirata, che appare ogni volta che un utente si connette al proprio profilo in base alla frequenza di navigazione, ai gruppi a cui si è iscritti, alla nazionalità, allo stato civile… l'approccio semplicistico o individuale al social network, per cui si crede di poterlo utilizzare in modo politicamente utile, semplicemente perché si fanno veicolare contenuti «partigiani», si creano gruppi e cause, si organizzano eventi, rischia di sottovalutare la potenza dei meccanismi impersonali che lo regolano e di non far altro che alimentare il Minotauro. Questa riflessione è tanto più urgente, quanto più il fenomeno «Facebook» sta diventando dilagante, un autentico fenomeno di massa, che potenzialmente modificherà le forme di comunicazione e di relazione anche fuori dalla rete”.(1)

Il social network è una rete sociale che mette in contatto persone per i più svariati motivi, per creare legami sociali, per motivi di lavoro, per creare gruppi a tema, ecc. Le reti sociali su Internet mettono in scena gli stessi limiti intrinseci della rete.
Alcuni si iscrivono a queste reti per l’effetto “lo fanno tanti e lo faccio anch’io” senza riflettere particolarmente e ritenendo il fatto così comune e popolare da trascinare l’attenzione.

I social network online si diffusero a partire dal 2003, e oggi i più popolari sono Facebook e Myspace. Su questi social network si tende addirittura a creare un particolare linguaggio, riproponendo l’appiattimento semantico proprio della cultura di massa.
Per entrare a far parte di un social network online basta creare un profilo personale, e fornire un proprio indirizzo email. Si possono precisare esperienze musicali, lavorative, gusti artistici, propensioni ideologiche ecc., al fine auspicare i contatti con altri utenti che si identificano con le caratteristiche indicate, fino a creare una cerchia di contatti più o meno ampia. Si possono creare community tematiche sulla base di passioni, idee, aree di business, ecc.

Su Facebook è noto il caso dei “fake”, ovvero dei falsi profili di persone che non si sono mai iscritte al sito. Persino il papa avrebbe ben quattro fake. Spesso non si può essere certi dell’identità della persona contattata, e chiunque può definirsi in qualsiasi modo, tanto le possibilità di verifica non ci sono se non si incontra la persona nella realtà.

Altro fatto risaputo è la difficoltà a togliere dal sito il materiale inviato, anche quando la persona interessata non ha mai voluto inviare la tal foto che la ritrae. La trafila per eliminare il materiale inviato è lunga e occorre provare di essere stati “taggati”, ovvero di essere vittima di qualcuno che ha voluto inviare senza autorizzazione quel materiale. In teoria il materiale inviato può essere rimosso quando si vuole, ma la programmatrice Cristina D'Arienzo ha provato a caricare un'immagine sul suo profilo e poi a rimuoverla, ma notava che la foto rimaneva comunque raggiungibile nel web.
Sembrerebbe dunque che Facebook, anche quando l’utente chiede la cancellazione, si arroghi il diritto di conservare dati o informazioni.
Chi ha cercato di cancellare il suo profilo si è visto sparire il profilo e il materiale inviato, che però rimaneva raggiungibile da chiunque nel web. In altre parole, si può far cancellare l’account ma i dati inseriti rimangono. E’ chiaro che si tratta di violazione della legge sulla privacy. Proprio per violazione della privacy è stata sollevata una causa collettiva presso la Corte Distrettuale di San Jose, in California.

A tutela della privacy si è fatto sentire anche il Commissario europeo per la Società dell'Informazione Viviane Reding che accusa i social network di non avere tutela della privacy dei propri utenti. Il commissario chiarisce il punto di vista dell'Unione Europea attraverso un videomessaggio, in cui dice:
"Le informazioni su una persona possono essere usate solo con il suo previo consenso: non possiamo rinunciare a questo principio di base e avere tutti i nostri dati registrati in cambio di una promessa di pubblicità più mirata".(2)

Il comico Dario Cassini ironizza su Facebook: “Sono il primo comico italiano schierato contro questo lavaggio del cervello di Facebook!!... Che cos’è facebook?... a che serve?... serve a fare amicizia… ma la cosa drammatica è che la gente ti chiede amicizia, posso diventare amico tuo … ma la realtà è che gli amici fanno effetto, … guardi sul tuo monitor “Dario ha 5400 amici” son tanti… cammini dentro casa e pensi “è fantastico, ho 5400 amici” … e ti domandi quant’è bella l’amicizia… poi un attimo dopo ti fermi e pensi “ma se io ho 5400 amici come mai pure stanotte sto in mutande solo come un cane davanti a ‘sto computer e mi sto mangiando un sofficino solo … e se va bene fra una mezzora trovo coraggio e faccio finalmente un po’ di sesso da solo”… facebook ha un solo fine nella vita: togliere le ansie alla gente… gli ex cercano le ex e le ex cercano gli ex, perché in un mondo dove la certezza non esiste, dove il sentimento è flagellato dove l’amore non è mai la risposta giusta … ho bisogno di sapere che te (la ex) stai messa molto peggio di me”.(3)

I social network servono anche ad attrarre pubblicità e occasioni di marketing. Ad esempio, esistono le SocialAds, che consistono nella possibilità di inserire messaggi pubblicitari sulla home page personale, e le Facebook pages, che contengono marchi e i prodotti pubblicizzati dalle società.
Ma l’opportunità più notevole offerta è quella della pubblicità indiretta, che consiste, ad esempio, nel parlar bene di un ristorante, negozio o prodotto, apparentemente in modo del tutto spontaneo. Di fatto, specie se a parlare di un dato prodotto è un personaggio influente o popolare, l’effetto pubblicitario è garantito. Per questo motivo, a proposito del “marketing conversazionale” si parla di una “nuova era della pubblicità”, assai più sottile ed efficace dei soliti spot televisivi che molti ormai glissano. Ovviamente questo non vuol dire che tutti quelli che parlano di un prodotto o di un servizio lo facciano per fini pubblicitari, ma che di certo alcuni lo fanno.

Esistono altri modi tecnologici per appiattire la realtà o per controllare gli individui.
Secondo alcuni studiosi, il controllo dei cittadini avverrà in futuro attraverso sofisticate apparecchiature elettroniche piccolissime, dette microchip. Il microchip potrà essere un grande fratello posto dentro il nostro stesso corpo, e sarà reso accettabile da una propaganda che mira a far credere che si tratti di un oggetto utile per la "sicurezza" o la salute. In questa propaganda sarà detto che chi lo porta non potrà essere rapito, che il genitore potrà proteggere meglio il bambino, che alcuni microchip curano malattie o aiutano in determinate patologie, ecc. In realtà si tratta di apparecchiature che pongono il soggetto sotto il potere di chi le controlla.
Grazie alla propaganda, la famiglia statunitense Jacobs (4) si è convinta a farsi impiantare sottopelle il VeriChip, un modello di microchip lungo 11,1 millimetri, con un diametro di 2,1 millimetri e una frequenza di 125 kHz.
Si tratta di un microcomputer in grado di dialogare con un normale computer. Al suo interno, per il momento, verranno registrati tutti i dati medici dei Jacobs.
Alcuni tipi di microchip di ultima generazione, detti Bio-chip, hanno le dimensioni di un chicco di riso, e contengono un "transponder" e una batteria al litio.
Transponder è un sistema che permette l'immagazzinamento in microcircuiti integrati delle informazioni, e la lettura attraverso onde a distanza. Uno di questi modelli è chiamato Mondex, ed è distribuito in 20 paesi, fra cui il Canada, la Cina, la Gran Bretagna, Israele, l'Indonesia, la Malesia, le Filippine, il Nicaragua e l'Honduras. Di solito questi microchip vengono inseriti nel palmo della mano destra. Secondo alcuni esperti, come il dott. Carl Sanders, se la batteria al litio si dovesse rompere causerebbe danni all'organismo e dolori molto forti.
Già dal 1993 l'azienda americana Destron Idi, del Colorado, costruisce e pubblicizza microchip elettronici di identificazione (LD.I.CHIPS), e da tempo alcuni microchip sono utilizzati per il controllo e l'identificazione degli animali d'allevamento e degli animali domestici.

L’idea di impiantare chip a scopo di controllo divenne nota dagli anni Novanta, ma soltanto dopo l'11 settembre i media iniziarono a rafforzare la propaganda a favore dell'inserimento di etichette RFID all’interno del corpo umano, per motivi di "sicurezza". Molti militanti per i diritti umani hanno sollevato la questione della privacy e del controllo, cercando di frenare il fenomeno. Tuttavia, sembrerebbe che le ditte che producono microchip abbiano venduto migliaia di prodotti, di cui almeno un migliaio è stato impiantato in umani. Secondo Angela Fulcher, vice presidente del marketing di VeriChip, il microchip "Viene utilizzato al posto di altre applicazioni biometriche, come le impronte digitali".(5)

I clienti latino-americani li comprerebbero per motivi di sicurezza, ad esempio in Messico sono stati venduti col pretesto che ci sono molti rapimenti di minori.
Una società dell’Arizona, la Technology Systems International, ha creato etichette RFID per controllare i detenuti. I bracciali per detenuti di TSI trasmettono segnali ogni due secondi a una batteria di antenne montate sul penitenziario. Un computer può determinare la posizione esatta di ogni detenuto e ne può controllare gli spostamenti.
La tecnologia TSI viene utilizzata anche negli ospedali, per controllare gli spostamenti degli individui all’interno dell’ospedale e lanciare un allarme se un paziente dovesse stare male. Oppure per monitorare i pazienti affetti dal morbo di Alzheimer.
Scriveva il giornale londinese "Sunday Times" del 16 aprile 1995: "In futuro gli scienziati vogliono inserire microchip elettronici nelle nostre teste, in modo che potremo collegarci direttamente all'autostrada informatica. I ricercatori britannici fanno parte del team internazionale che lavora al progetto di un impianto che traduca il pensiero umano nel linguaggio informatico".
Oggi ci sarebbero diverse persone con microchip negli Stati Uniti, in Sud America e in Gran Bretagna.

Il controllo robotizzante renderà la vita sociale sempre più “virtuale” o superficiale, e, come nei "reality", potrà essere improntata al litigio, al pettegolezzo, all’incomunicabilità e al senso di solitudine, vuoto e separazione.
La vita emotiva "reale" sarà appiattita dallo stile di vita e dal bisogno di ottundimento che deriverà sempre più dai problemi economici, lavorativi e affettivi che le persone dovranno affrontare. Saranno allora i mass media a stimolare le risposte emotive, attraverso programmi spazzatura che evocheranno le risposte emotive più immediate, provocando una pseudo-catarsi. Le emozioni saranno canalizzate su binari non pericolosi, facendo in modo che la vera rabbia per la condizione frustrante in cui si vive divenga bisogno di rimanere agli aspetti più superficiali dell'esistenza, magari criticando le scelte degli altri o facendo pettegolezzi.
I reality puntano a mostrare scene di accesa emotività, (pianto, litigi, eccitazione emotiva, ecc.) per coinvolgere gli spettatori in un clima di disordine emotivo, e per fare in modo che le persone si svaghino pensando ai problemi altrui anziché meditare sulla vera realtà. Dunque, i reality, oltre ad avere una funzione (come altri programmi) di diffusione di una realtà falsata e ridotta agli aspetti più immediati, assolvono anche alla funzione di stornamento delle emozioni e dei pensieri da cose che potrebbero essere scottanti verso cose futili, transeunti e inutili.
I reality vengono congegnati in modo da stimolare gli aspetti meno nobili della realtà umana, attraverso l'insulto, il pettegolezzo, il litigio e la volgarità. Viene mostrata un'emotività straripante, talvolta non equilibrata. Ad esempio, alcuni protagonisti, dopo pochi giorni che si trovano nella casa del "Grande Fratello", piangono a dirotto quando hanno modo di parlare con i parenti. Ma nella vita mormale tutti noi possiamo allontanarci dai parenti per alcuni giorni (ad esempio quando andiamo in vacanza o per lavoro) e non piangiamo a dirotto quando torniamo. Nei reality tutto viene esasperato, ed è promossa una sorta di "ritorno al primitivo". Ad esempio può essere posto in primo piano il problema del cibo, del russare o del lavarsi; viene negata la lettura dei libri e i corpi diventano protagonisti nei commenti e nelle critiche.
Con la scusa del "gioco", attraverso il "Grande Fratello" si diseducano i giovani al vivere pacifico, alla serenità con i propri simili e alla solidarietà. Vengono mostrate in particolar modo le scene di litigi, di seduzione sessuale o di attrito fra i partecipanti. Addirittura, anche dopo la fine del programma, i protagonisti sono invitati in altri programmi (come "Questa Domenica") in cui vengono in vari modi aizzati gli uni contro gli altri oppure spinti a far emergere gli attriti e i rancori vissuti dentro la casa. Si tratta di una pedagogia dello scontro o della sessualizzazione dei rapporti, in linea con ciò che prevale anche negli altri programmi televisivi o negli altri media.
Alcuni studiosi hanno trovato nel reality "Grande fratello" una metafora dell’esistenza. Infatti, come nella vita reale esiste un potere che osserva, impone regole, punisce o premia. Tale sistema di potere impone anche il livello di esistenza, favorendo la regressione quasi a livello animale. Impone anche le performance, gli imprevisti e le sorprese. Come nel “Truman Show” le persone sono accuratamente sorvegliate in modo tale che il “gioco” riesca bene. Nella realtà si tratta di controllare per impedire il realizzarsi di una libertà che porterebbe ad elaborare proprie regole e dunque a distruggere il sistema precedente.

Anche i serial televisivi, le telenovele o le soap opera (Sentieri, Beautiful, Centovetrine, Febbre d'Amore, ecc.) influiscono sulla mente delle persone, presentando i fatti all'interno di una cornice emozionale quotidiana. Lo scopo principale di queste produzioni è di far vivere emozioni, provocate non dalla vita reale ma da fatti irreali e spesso assurdi. Gli eventi sono intrecciati fra loro in modo tale da attrarre l'attenzione sui personaggi, sul loro operato e sulle loro scelte, evitando di far attendere la conclusione, che tarderà ad arrivare, dato che tali produzioni possono durare anche molti anni. Il pubblico è generalmente femminile, anche se negli ultimi anni è cresciuto il numero dei telespettatori maschi. Le trame delle soap opera puntano a suscitare un "appagamento compensatorio" in esistenze in cui la routine quotidiana è noiosa e spesso problematica. Presentare personaggi attraenti, eleganti, ricchi, petrolieri, creatori di moda, gestori di grandi alberghi o medici importanti, significa rendere le persone comuni partecipi, seppure fittiziamente, di ambienti che probabilmente non avvicineranno mai nella realtà. Gli spettatori seguiranno gli eventi con l'illusione di arricchire la propria esistenza, e ne saranno così coinvolti che ne parleranno come si trattasse di persone reali, cercando di prevedere le future mosse dei personaggi o criticandoli per i loro errori.
In queste produzioni gli uomini e le donne sono spesso in contrasto o nemici, e anche quando sono marito e moglie appare il tradimento o la mancanza di amore. Spesso chi attende un figlio ha tradito e il bambino non è del marito o del compagno. In altri casi si è innamorati di un altro pur avendo un marito. I temi fissi sono dunque il contrasto, anche molto acceso, fra le persone, il tradimento, l'inganno e la promiscuità sessuale. Lo scopo è quello di seminare sfiducia nei rapporti umani e nella coppia. Gli uomini e le donne appaiono inaffidabili, infantili, oppure vittime di tradimento e inganni. Se non si è carnefici si deve essere per forza vittime. Gli amori sono sempre difficili e contrastati. Gli ostacoli possono essere di vario genere, e quando alcuni vengono risolti ne appaiono altri. Non c'è quasi mai una coppia felice a lungo.
Spesso gli eventi delle soap opera sono creati in modo tale da generare ansia e inquietudine, persino quando ci sarebbe una via logica di risolvere il problema posto.
Talvolte vengono poste situazioni inverosimili o assurde (la persona morta che ritorna, la persona che cambia volto, i gemelli uno buono e l'altro cattivo, ecc.), ma ciò nonostante le persone possono continuare ad identificarsi con i personaggi. Le scene di crudeltà, delitti, o aggressività, accrescono l'inquietudine dello spettatore. Spendere la propria esistenza guardando per ore programmi spazzatura o produzioni di dubbia qualità, significa anche non avere esperienze di crescita collettiva, e sentire il vuoto dovuto alla solitudine e alla mancata realizzazione delle potenzialità personali.

Nel provare emozioni stimolate dall'esterno, l’uomo di oggi può perdere il riferimento alle proprie esperienze e alle proprie vere emozioni, che potrebbero essere di rabbia contro il sistema; oppure potrebbe emergere il bisogno di vivere un'esistenza di maggiore qualità sociale e umana.

La manipolazione emotiva avviene anche in ciò che è diventato il rapporto fra i sessi, nei continui tentativi di svilire tale rapporto attraverso varie tecniche.
Per diversi secoli la nostra cultura si è prodigata ad alimentare il senso romantico dei rapporti uomo/donna. Tale romanticismo si manifestava attraverso il vedere l'amata (Petrarca), attraverso l'amore ostacolato (Shakespeare), o attraverso l'amore proibito (Dante). In tutti i casi c'è l'incontro con la persona amata, che alimenta l'unicità dell'altro, concentrandosi sulle peculiarità spirituali di chi fa scaturire il sentimento amoroso.
Da alcuni decenni la nostra cultura è entrata in una nuova fase, in cui i rapporti uomo/donna si sono caricati di elementi nefasti, e caratterizzati da difficoltà comunicative, divisioni ontologiche o sociali e da reciproca diffidenza. L'amore romantico sembra essere diventato frutto di fantasia, sganciato dall'essere dell'altro, e poco duraturo. Negli ultimi decenni, i mass media hanno potenziato gli aspetti sessuali del rapporto uomo/donna, attraverso le pubblicità e i messaggi diretti o indiretti di tipo sessuale. La cultura di massa ci vede tutti conformisti, e allo stesso tempo in lotta. Le produzioni cinematografiche sono ormai quasi tutte destabilizzanti per i rapporti di coppia: le famiglie sono presentate come "allargate" o disgregate da separazioni o divorzi, e le coppie di innamorati sono sempre più in "crisi", o vivono "evasioni", indicate implicitamente come "comuni".
In alcuni casi sembra che non sia più il tempo dei rapporti amorosi, ma dei rapporti "di consumo". Chi non sta al gioco finisce per apparire retrogrado, poco aggiornato sui tempi o, nella peggiore delle ipotesi, un inibito sessuale. Le chat offrono talvolta uno spaccato di ciò che oggi sono diventati i rapporti uomo/donna: un mix di incomunicabilità, superficialità, senso di vuoto e paura. Spesso si evita ogni autentica comunicazione, chiusi nella prigionia di se stessi, spersonalizzati e con un'illusione di libertà, ridotta a possibili rapporti sessuali. Davanti allo schermo anche i residui di spontaneità, che si manifesterebbero nella realtà, vengono a mancare, lasciando il posto ad un'atmosfera fittizia, in cui si pensa di "divertirsi", o di "provare sensazioni".

Internet è diventato anche un "luogo" virtuale che produce effetti sul pensiero e sul comportamento. Tali effetti risentono del mancato approfondimento intellettuale: molte persone si sono disabituate alla lettura trascorrendo ore davanti allo schermo (della TV o del computer), e questo produce effetti passivizzanti che sono funzionali all'appiattimento culturale proprio della cultura di massa. Secondo una statistica del 2003, elaborata dallo Eurobarometer Survey on European Partecipation in Cultural Activities, in un anno, gli italiani che leggono almeno un libro sono il 42,2%. Questo vuol dire che quasi il 60% degli italiani non legge nemmeno un libro all'anno. Ciò significa che il tempo libero viene utilizzato per stare davanti ad uno schermo, con tutto ciò che ne deriva.
Dunque, oggi anche i rapporti sociali possono trovare in Internet un luogo di nascita e di crescita. Ciò è guardato come positivo e destinato all'espansione. Scrive la professoressa di Economia aziendale Andreina Mandelli: "Possiamo pensare alla rete come modello di organizzazione dei nostri pensieri e della nostra socialità".(6)
Ma di che tipo di socialità si tratta?
Il modello di comunicazione che la rete offre ha caratteristiche precise. Gli individui sono posti davanti allo schermo, soli, privi di ogni contatto reale ed emotivo con l'altro. Inevitabilmente essi vedranno se stessi, ma soltanto come insieme di proiezioni da far vivere attraverso il contatto fittizio con l'altro.

Le "esperienze" delle chat per coppie, possono essere talvolta lo specchio delle nevrosi di incomunicabilità fra i sessi.
Molti, complice il senso di anonimato, possono ritenere di dover assecondare gli aspetti più immediati nella ricerca di svago, di gioco o di evasione dal quotidiano. Alla fine, possono crearsi "rapporti di consumo", che trascinano all'interno di una realtà in cui la realizzazione di un più alto livello nei rapporti uomo/donna viene impedita, ed emerge la sfiducia, quando non il totale disincanto, a che possa esistere tale più alto livello.

Gli esseri umani sembrano essere diventati adattabili a tutto, anche a ciò che peggiora la loro esistenza, e molti scelgono di dare un'impronta misera e superficiale alla loro vita, che esclude ogni possibilità di vera crescita con se stessi e con gli altri.
L’esistenza è molto più della sensazione del momento, molto più dei rapporti sociali virtuali, e molto più dei tanti palliativi mediatici e tecnologici offerti dal sistema per sviare l’attenzione da ciò che realmente siamo e da ciò che potremmo fare per abbattere un assetto fatto di inganni, crimini e controllo.
Diventare automi controllati oppure riprendere la propria umanità: è il bivio in cui si trovano i popoli nella civiltà contemporanea.



Articolo correlato:
“Infelicità umana e disumanizzazione”
http://antonellarandazzo.blogspot.com/2008/01/infelicit-umana-e-disumanizzazione.html


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NOTE

1) http://www.millepiani.net/archivesfilosofici/2009/04/05/una_repubblica_fondata_sul_web.html
2) http://ec.europa.eu/commission_barroso/reding/video/index_en.htm
3) http://nofacebooked.altervista.org/2009/02/
4) Fonte: "Sette" de "Il Corriere della Sera", #15, 2002.
5) CNET News.com, 14 Settembre 2004.
6) Mandelli Andreina, "Il mondo in rete", Egea, Milano 2000, p. 9.

56 commenti:

Unknown ha detto...

Complimenti, articolo denso di spunti interessanti.
Saluti,
Nello

salvo ha detto...

Sei eccezionale Antonella, hai toccato dei tasti della nostra esistenza che condivido, dovrebbero darti la possibilità di fare una trasmissione televisiva che ti permetta di fare conoscere i tuoi argomenti.
In uno dei tuoi post precedenti, una Signora di nome Denis, ha dato dei siti dove c'è una conferenza del Dott. Simoncini che sono andato a vedere, vorrei avere un tuo parere al riguardo.
Un caloroso saluto
Salvo

anti-moderno ha detto...

L'articolo è bello e molto realistico. Però non dovremmo dimenticare che i media sono solo delle casse di risonanza, sono degli amplificatori. Quindi non gli si può imputare colpe eccessive. Certo, c'è chi usa male questi amplificatori, ma c'è anche chi li usa meglio. Sto pensando a Grillo o ad altri.
E' una nostra responsabilità usare gli amplificatori al meglio.
Per esempio, abbiamo ora la notizia della "peste" suina. Questa è un'opportunità fantastica per fars sentire.
Sappiamo che il sistema medico occidentale è scorretto e sbagliato. Benissimo!! Facciamo un comitato contro i farmaci e le vaccinazioni e diffondiamo un comunicato stampa dove dichiariamo che non siamo disposti a sottoporci a nessun trattamento medico e vediamo cosa succede!!. Internet dobbiamo viverlo come la vita in genere. E' solo un'opportunità. Dipende da noi se trascorrere una vita passiva o creativa. Quindi è abbastanza inutile incolpare questo o quest'altro, oppure mettersi a dire "quelli sono stati fregati dalla tecnologia" oppure "diventeremo tutti schiavi del collare".
Internet è solo un'opportunità. Un modo per dimostrare a noi stessi che siamo in gamba a trasformare il negativo in positivo.
Tutto il resto è lamento.

Luka78 ha detto...

Condivido i commenti di N e Salvo.
Brava, Antonella, come sempre.
Una buona relazione che va dai "social network" ai microchip e ai sentimenti artificiali indotti dai massa media. E quindi alla nostra disumanizzazione.
Se vorrai, in futuro, altre info sui microchip e la tecnologia RFID, ti metto il link a RFID ItaliaBasta cliccare "RFID" o "microchip" su un motore di ricerca e si avranno tante informazioni.

Ma dici bene, ogni scusa sarà buona per abituarci all'idea di doverci inserire un microchip nel corpo. E' da un pò di anni che ritaglio articoli di riviste su tale argomento.

Un saluto.

ESPAVO ha detto...

Disclaimer ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "IL NUOVO JEEG ROBOT D´ACCIAIO - ...":

Ciao Antonella, gracias di cuore...

io non ho capito se questa specie di furbetti puo' pubblicare i tuoi testi?

hanno rotto le 00

un cortese saluto :)



Scusa Disclaimer se pubblico qui il tuo commento, ma per principio tendo a non pubblicare link di siti spazzatura. Sono al corrente del fatto che esistono personaggi pagati per tentare di screditare o di mettere in ridicolo persone come me (sul blog puoi trovare articoli a questo proposito) che sono del tutto indipendenti e incontrollabili, ma cerco di non perdere tempo appresso a questi loschi individui visto che il tempo è prezioso e preferisco dedicarlo a fare cose costruttive. Comunque grazie per la segnalazione.

Risposta a Salvo: riguardo al Dott. Simoncini sono concreta: esistono molte persone che sono guarite grazie alla sua cura, e dunque non posso fare altro che apprezzarlo e stimarlo.

max ha detto...

molte persone son guarite da neoplasie con la "cura simoncini" ?

allo stato attuale nessuna, però almeno 2 sono morte, motivo per il quale il simoncini è stato radiato dall'albo dei medici e condannato

Avrei piacere che pubblicasse questo mio post

ESPAVO ha detto...

Pregherei di indicare le fonti, grazie

max ha detto...

Repubblica" del 07.02.03
Repubblica" del 08.02.03
Repubblica" del 15.04.05
Corriere della Sera" del 21.06.2006
Fotocopia del provvedimento

http://www.ariplex.com/nmwiki/index....Simoncini2.jpg

Mi manda Rai tre

striscia la notizia

http://www.molecularstation.com/forum/forum-biologia/65340-tullio-simoncini-attenti-al-pregiudicato.html

i primi 7 o 8 facendo una mini ricerca

max ha detto...

http://tinyurl.com/b35zve

http://tinyurl.com/79flko

http://tinyurl.com/dkvy5c

per completezza

ESPAVO ha detto...

Altre fonti sono queste:
http://www.curenaturalicancro.org/

http://www.laleva.org/it/2006/06/nuovo_attacco_alla_cura_naturale_per_il_cancro_di_tullio_simoncini.html

http://www.youtube.com/watch?v=5u8wl6nzgQ8

http://www.youtube.com/watch?v=8WCvMkDNy5M

penso che per farsi un'idea occorra prima documentarsi su più fonti.

max ha detto...

cure naturali è il sito di vanoli che è l'alter ego di simoncini

pensa che si taglino gli attributi da soli?

videoyoutube di simoncini che testimonia per se stesso?

secondo lei è valore?

direi che drammaticamente le sole cose Importanti e Serie siano la condanna e la radiazione, oltre alla plateale inconsistenza delle fantasie scientifiche che questi tipi vanno propalando

salvo ha detto...

Caso Simoncini: le fonti di Max sono prese da televisioni e giornali.
E sinceramente delle televisioni e dei giornali non mi fido molto, penso alle case farmaceutiche che hanno interessi miliardari perchè tutto rimanga come prima e sapendo il potere che hanno sui massmedia le multinazionali farmaceutiche, queste fonti vanno prese con molta prudenza.
Le fonti date da Antonella mi danno più fiducia.
Saluto Max e antonella per la opportunità che ci danno di valutare entrambe le posizioni.

Salvo

Denis ha detto...

Buonasera a tutti

Sono lieto che si parli di Tullio Simoncini e delle sue teorie (avevo postato qualche giorno fà, al riguardo).
Sono quasi dieci anni che seguo le disavventure di Simoncini; vorrei segnlare anche un altro sito http://www.aimo.it/main.htm ed il libro -CANDIDA l'epidemia silenziosa allergia del XX secolo?-; il Dott. Panfili per il momento non è stato RADIATO!!.
Un altro ottimo libro è -La Dieta PH- sia del Dott. Panfili sia di altri autori.
Io purtroppo non sono portato per la "scrittura" ma avrei moltissimo da "conversare" al riguardo (sono un "tecnico").
Un ultima cosa riguardo JEEG ROBOT D'ACCIAIO, da tecnico vorrei fargli una domandina semplice...semplice: Cosè il Bene e il Male? se mi risponde ha passato l'esame.

Denis

ESPAVO ha detto...

Bella domanda Denis, dico subito che non ho la verità in tasca nelle questioni etiche perché non sono né un sacerdote né tantomeno un vate.
Posso dire la mia come qualsiasi altro essere umano, senza pretesa di pontificare. Premetto che con la mia opinione non apro alcuna disputa perché credo che su queste cose ci possano essere più punti di vista.
Credo che il bene sia tutto ciò che rende gioiosi, sereni, felici, che costruisce, crea, che apporta miglioramenti nella realtà dei singoli e della collettività mentre il male è il contrario, è la sofferenza provocata, è il distruggere vite umane, è l'inganno e tutto ciò che permette vantaggi a danno altrui.
Ad esempio, è bene dire la verità sul sistema anche se non è vantaggioso, ed è un male nascondere la verità quando la si conosce soltanto perché non è conveniente dirla.
In parole povere, agire bene significa fare le cose in modo tale che se tutti facessero in quel modo il mondo sarebbe migliore.

Unknown ha detto...

Molto interessante il passaggio di questo articolo in cui si parla dei reality shows. Il comportamento del tutto animalesco (so di offendere gli animali, ma non mi viene altro aggettivo in mente) dei partecipanti del Grande Fratello, ma anche di certi spettacolini osceni del pomeriggio a base di 'troni' e urla primordiali, va in pasto soprattutto agli adolescenti e ai giovani. Essi, poi, tendono ad adottare gli stessi comportamenti nella vita, pensando che cio' sia socialmente accettabile. Tutte queste persone sono controllate dal potere che a sua volta controlla la televisione. Diventano cioe' dei sub-umani, senza liberta' e senso critico.
Ovviamente questo succede anche in altri paesi. Io guardo alla Gran Bretagna perche' ci ho vissuto qualche anno. Li' esiste un sottoproletariato bianco che vive ai margini della societa', rinchiuso nei ghetti dei "council estates", palazzoni popolari. Gente ridotta allo stato animale (ancora scusa agli animali) che non ha niente, nessuna speranza. Nei "coucil estates" ci sono solo droga, coltelli e bambine-madri. Tutte questa gente, se fosse consapevole della propria condizione, sarebbe pericolosissima per il sistema e potrebbe causare disordini e violenze sociali devastanti. Ma e' sedata dai reality shows, che infatti scelgono come protagonisti proprio loro. Cosi' si perpetua la loro sottocultura, chiamata "YOB", e queste persone si sentono orgogliose della propria condizione, invece di cercare di cambiarla. Quasi facessero parte di un'etnia separata dal resto dei cittadini britannici e infatti parlano persino quasi una lingua diversa dall'inglese delle altre classi sociali.
Forse anche noi in Italia stiamo seguendo lo stesso modello e, a giudicare dal bullismo e dal coltello facile dei ragazzini, forse ci siamo gia'.

anti-moderno ha detto...

Avevo sentito parlare del dott. Simoncini e delle sue teorie. Non ho mai approfondito, ma così, a occhio, non mi sembra valido.
Il motivo risiede nel fatto che ripropone il solito standard medico, tipo: "io sono medico e ti faccio l'iniezione, ti dò il rimedio e tu te ne stai a letto passivo". Cioè si ricrea il rapporto di dipendenza medico-paziente.
La miglior medicina, la più evoluta, deve prevedere il coinvolgimento attivo del paziente. Il malato deve fare dei cambiamenti dello stile di vita: alimentazione, sonno-veglia, rapporto con il mondo, ecc.
Solo così la guarigione può accadere, in quanto si opera un cambiamento cellulare e di visione della vita, dimodochè il paziente "rinasce". In fondo, chi ha creato il cancro? La persona stessa con i suoi innumerevoli errori. Quindi solo cambiando tutto quello che ha fatto sino ad allora si può ottenere qualcosa.
Questo non significa che per un numero limitato di persone non sia accettabile il metodo del dott. Simoncini. Per alcuni può anche essere utile, funzionare, ma non ne vedo l'utilità culturale.
Insomma non dev'essere un medico che "ti guarisce", ma tu "ti guarisci" per effetto dei tuoi cambiamenti. E non sempre neanche questo basta. Quando si deve andare si va.

max ha detto...

Guardi le mie fonti sono giornalistiche in quanto il simoncini ha fatto parlare di se in ambito giuudiziario ergo non ci sono lavori scientifici del medesimo da citare

Se lei mette sullo stesso piano il simoncini (e i siti al suo business collegati) e le sentenze di condanna e di radiazione beh .. veda lei

al simoncini e alla allegra congrega del bicarbonato la scienza chiede prove, così come ha fatto con Galileo o Einstein, dopo l'iniziale scetticismo le loro tesi sono state accolte, accolte e verificate (rese vere), questi dati non ci sono, accampando varie scuse non sono mai state prodotti

Se la scienza ha accettato le tesi di Galilei o della relatività (nel caso Galilei andando contro anche ad un potere millenario ) perche non dovrebbe accettare quelle del bicarbonato?

La medicina ortomolecolare non credo pretenda di curare le neoplasie con bicarbonato o urina.

nwo-truthresearch ha detto...

Sembra che l'essere umano della società contemporanea occidentale "esiga" la propria autodistruzione.
L'essere umano odierno è "orgoglioso" di essere uno schiavo, ne va fiero. La macchina è una protesi della sua impotenza. La tecnologia si espande al pari dell'impotenza umana sopraffatta dalla manipolazione.
Il paradosso contemporaneo è che ogni schiavo moderno si crede diverso, alla moda, anticonformista, padrone delle proprie scelte; denigra chi non si adegua come povero debole al contrario di lui, il furbo e il forte.
Lo schiavo moderno ha fatto propria l'ideologia dell'elite, la quale riprodotta su umani che non hanno le stesse risorse di magnati e petrolieri, provoca disastri immani.
L'ignoranza nella società contemporanea, come disse Orwell, assurge a "forza". Tanto più gli schiavi sono ignoranti tanto più lo dichiarano e ne sono orgogliosi. L'importante per loro è ciullare, rubare, comprarsi vestiti costosi, girare per negozi di lusso, andare a sciare a Courmayeur e tante altre belle cose. Chi legge un libro è uno che si "rifugia" negli studi perchè incapace di vivere la "vera" vita fatta di egoismi e ruberie.
L'umano contemporaneo è un sub-umano tecologicamente avanzato telecomandato.
Se ha scelto di essere telecomandato tecnologicamente, se ha scelto di essere schiavo anziche essere libero, se ha scelto di vendersi per dei miseri privilegi, se ha scelto di essere orgoglioso della propria demenza in primo luogo la responsabilità è la SUA e se non cambia lui nessuno al suo posto lo potrà liberare.

E' TEMPO DI RIPRENDERSI LA LIBERTA' ha detto...

Stupendo articolo, grazie mille!
l'ho messo anche su facebook e myspace, volevo chiederti se, citando autore e links (come faccio sempre) posso inserirlo anche nel mio blog qui su blogspot ( http://babiloniauccide.blogspot.com )

E' un'articolo più che interessante, è necessario, secondo me, a far riflettere le persone su quali sono le loro attuali abitudini e su come ci stiamo lentamente riducendo allo status di robot, sempre più ingranaggi silenziosi di una macchina che macina esistenze umane come fossero chicchi di grano.

Tra l'altro ho sperimentato sulla mia pelle la questione di cui parla il comico, di cercare le ex in mutande col sofficino.. davvero degradante, tra i momenti più bassi della mia esistenza..

no ha detto...

Ciao Antonella, il post è molto bello, ma ho delle preplessità:
1) tu ti riferisci alla "realtà" indicando il semplice mondo di tutti i giorni, quel mondo che per chi non svolge un lavoro su di sé basato su anni si sforzi coscienti non è tanto diverso dalla realtà virtuale. Siamo schiavi incatenati in un mondo di ombre (platonicamente), siamo nel mondo di Maya, non chiamiamolo realtà.
2) le persone che cadono all'interno di questo controllo sono quelle che per secoli sono comunque cadute nell'identificazione col fenomeno, con ciò che è illusione, da prima degli egizi c'è un 99% della popolazione di schiavi, che è rimasta in schiavitù da allora (prima nelle miniere, poi negli uffici, ora su internet) e non mi pare che la loro situazione sia cambiata, è gente che non ha mai avuto e mai avrà nemmeno un istante di VITA REALE.
3) io passo ore e ore su siti come il tuo, don chichotte, paolo franceschetti, disinformazione, scie chimiche, signoraggio, luogo comune e l'elenco è ancora lungo. Anche io da quando mi informo così tanto ho smesso di leggere libri (ho molto diminuito diciamo), dedico molto meno tempo alla mia attività di musicista, e compenso il rapporto con altre persone passando spesso nottate in solitudine, rimettendoci anche ore di sonno. Non solo, nel mondo reale poi tendo a vivere tutto come lo leggo nei siti, e spesso mi sembro alienato tanto quanto chi vede le soap. Fortunatamente per me svolgo anche dei percorsi di ricerca spirituale che, almeno un po', tendono a salvarmi.
Non è forse questa un'altra faccia della stessa medaglia? Non portano questi siti allo stesso risultato? Sono così benefici per noi o portano ad altrettante emozioni negative (spesso sento una dipendenza nei confronti dell'informazione alternativa)
IN DEFINITIVA... FORSE NON STA CAMBIANDO VERAMENTE NULLA, E, COME SEMPRE, SOLTANTO A POCHE PERSONE è DATO UNO SVILUPPO AL DI FUORI DEL FENOMENO.

queste sono domande che mi pongo, niente di più, se vorrai rispondermi te ne sarò estremamente grato.

Jabba_The_Hutt ha detto...

Sono forse un po' OT ma, visto che se ne parla in vari commenti, aggiungo un paio di osservazioni sulla cura dei tumori col bicarbonato.

La prima considerazione è che le prove addotte dallo stesso Simoncini non sono un gran che: le persone di cui vanta la guarigione e di cui produce la relativa documentazione sono sempre state sottoposte a cure tradizionali insieme alla cura Simoncini. Diventa difficile trovare, a quel punto, una prova soddisfacente dell'efficacia del bicarbonato.

Comunque, si potrebbe fare un esperimento che potrebbe chiudere la questione nel giro di pochissime settimane.

La logica della cura è che il tumore è causato da un fungo del genere Candida ed il bicarbonato riesce a distruggere il tumore: questo vuol dire che in qualche maniera il bicarbonato agisce sulla Candida.

Allora basterebbe procedere in questa maniera:

- si preparano 270 campioni di una cultura di Candida (la stessa che causerebbe il tumore)

- questi campioni verrebbero divisi in 3 lotti diversi:
1. Il primo lotto di 90 campioni verrebbe lasciato inalterato
2. Il secondo verrebbe trattato con il bicarbonato con una soluzione con molarità x
3. Il terzo verrebbe trattato con una soluzione di ipoclorito di sodio di molarità sempre x
4. I vari campioni verrebbero mischiati tra loro e divisi di nuovo in tre lotti da 90
5. I suddetti lotti vengono consegnati a 3 diversi laboratori che procederanno a mettere le culture in ambiente ottimale

- dopo il periodo di tempo necessario allo sviluppo normale del fungo i campioni vengono analizzati nelle tre strutture che rendono pubblici i risultati.

Ora è palese che:

1) nel primo lotto si è sviluppato il fungo

2) nel terzo lotto il fungo NON si è sviluppato

Rimane da considerare il secondo lotto. Ovviamente avremo tre casi:

A) non è cambiato nulla e tutto è come nel primo lotto. In questo caso la cura sarebbe inefficace

B) il fungo si è sviluppato meglio che nel primo lotto e sarebbe pure peggio che nel caso A.

C) il fungo è morto come nel terzo lotto. A questo punto la cura potrebbe essere efficace.

Ora rimane una sola cosa da dimostrare: la relazione tra la Candida ed il tumore!

Però se si riesce a dimostrare che la Candida non viene uccisa dal bicarbonato, allora si dimostra anche che la cura è inefficace.

Il metodo che propongo ha un ovvio vantaggio: consente di dimostrare l'ineffcacia della cura senza provarla direttamente sui pazienti.
Inoltre non sarebbe neppure oltremodo costoso e si troverebbero facilmente dei laboratori di biologia dove far svolgere il test.

J.

Fucik ha detto...

Un misterioso e fatale incantesimo trasforma le nuove sorgenti della ricchezza in fonti di miseria. Le conquiste della tecnica sembrano ottenute a prezzo della loro stessa natura. Sembra che l’uomo, nella misura in cui assoggetta la natura, si assoggetti ad altri uomini o alla propria abiezione. Perfino la pura luce della scienza sembra poter risplendere solo sullo sfondo tenebroso dell’ignoranza. Tutte le nostre scoperte e i nostri progressi sembrano infondere una vita spirituale alle forze materiali e al tempo stesso istupidire la vita umana, riducendola a una forza materiale.
Questo antagonismo tra l’industria moderna e la scienza, da un lato, e la miseria moderna e lo sfacelo dall’altro; questo antagonismo tra le forze produttive e i rapporti sociali della nostra epoca è un fatto tangibile, macroscopico e incontrovertibile. Qualcuno può deplorarlo, altri possono desiderare di disfarsi delle tecniche moderne per sbarazzarsi dei conflitti moderni o possono pensare che un così grande progresso dell’industria esiga di essere integrato da un regresso altrettanto grande della politica. (…) Sappiamo che per far funzionare le nuove forze della società occorrono semplicemente degli uomini nuovi (…).
K. Marx 1856

cyrus ha detto...

Riguardo al caso Simoncini e in generale riguardo al discorso salute sono in gran parte d'accordo con quanto scritto da anti-moderno. La "scienza" che richiedono persone come max vorrebbe prove incontrovertibili, ovvero indipendenti dal giudizio e dalla soggettività umana. Tuttavia la scienza stessa si è resa conto ormai da quasi un secolo (vedi fisica quantistica) che l'osservatore non è indipentente dal fenomeno. E se questo vale per le cose inanimate, figuriamoci quanto vale per le nostre cellule (vedi gli studi, per esempio, di Bruce Lipton). Per comprendere davvero le leggi che governano la nostra salute e la nostra stessa vita è necessario un modo diverso di pensare, non ancorato è chiuso in vecchie logiche scientifiche che ormai dovrebbero essere comprese nella loro limitatezza, e totalmente superate. Solo così è possibile studiare la vita in un modo corretto e veritiero.

ESPAVO ha detto...

Per E' TEMPO DI RIPRENDERSI LA LIBERTA':
puoi pubblicarlo sul tuo blog indicando il link originario.

Per M. Barbagli: le tue riflessioni sono molto profonde e non possono essere trattate in modo esaustivo in un post. Molto probabilmente dedicherò un articolo a questo proposito, e me ne sto occupando riguardo al mio prossimo libro.
Quello che posso dire in questo contesto è che tutto si basa sulla crescita interiore e sull'autoconsapevolezza. Infatti, anche se su Internet molte cose circolano, tenete presente che soltanto poche migliaia di persone leggono assiduamente i blog e i libri indipendenti. Questo vuol dire davvero molto.
A mio avviso, se si vuole migliorare la propria esistenza occorre:
1) leggere articoli e libri indipendenti per capire il sistema nella sua vera natura.
2) occuparsi anche di fare "autoconoscenza" ovvero di essere consapevoli di se stessi, sotto l'aspetto emotivo, sociale, cognitivo. ecc.
3) essere impegnati anche a capire come il sistema tenta di plasmare la nostra personalità in modo da renderci pessimisti e propensi a credere che nulla mai cambierà e che non possiamo fare nulla. Finché penseremo questo nulla potrà cambiare.
4) condividere la propria consapevolezza e conoscenza con quante più persone possibili, senza però cercare di convincere nessuno, senza aspettarsi nulla e senza alcuna prepotenza, ma semplicemente con il cuore.

max ha detto...

@Jabba_The_Hutt

quello che dovrebbe fare l'accolita del bicarbonato, mica vorrai buttare sta tegola sulla sanità nazionale (dibella docet, anche perchè un motivo per non starci lo si trova sempre)


@cyrus
ovviamente h piccolo ma non nullo
per la fisica quantistica, allora perchè non applicare la meccanica quantistica anche alla spesa alla coop o all'esselunga

Mi sembra che si cerchi di complicare il discorso ma, basta applicare l'inferenza e oplà non c'è complicazione che tenga, ogni "arabesco laterale" finisce dove è iniziato

Denis ha detto...

Sig.ra Randazzo ieri sera avevo risposto al suo post delle 12.21, ma non l'ho visto pubblicato sarà andato perso fra i miliardi di files della rete; non importa più o meno scrivevo così:

Si.ra Randazzo concordo con il suo post sul bene e sul male, ma non voglio dilungarmi perchè sono centinaia di anni che di dibatte.
Io forse fra qualche anno, avrò capito cos'è.

Un cordiale saluto

Denis

************

Oggi ho letto altri post riguardo il Sig. Simoncini; Jabba The Hutt approvo pienamente il suo post e bisognerebbe certamente fare l'esperimento, IO NATURALMENTE farò il medico in questo esperimento. Un ultima cosa sempre riguardo a questo; una cosa personale, anche se non dovrei visto che è personale. I post che ho letto, le domande, i pro e i contro sono dieci anni che li leggo.......sono sempre simili, non risolvono la questione!!! Mio fratello è MORTO in sei mesi con un cancro al rene, se volete posso raccontarvi tutto il calvario.
Ognuno è libero di fare come gli pare, io personalmente ho le IDEE molto CHIARE al riguardo.

Un cordiale saluto a tutti

Denis

ESPAVO ha detto...

Mi dispiace denis ma non ho ricevuto il tuo post, purtroppo anche da altri lettori mi risulta che ogni tanto qualche post sparisce, penso si tratti di un problema tecnico.
Concordo con te sulla questione della cura del cancro: ognuno deve essere libero di fare come gli pare.

Anonimo ha detto...

A proposito di Facebook, la cosa che dovrebbe mettere in allarme e' l'evidente difficolta' nel cancellarsi.
L'unico link visibile dalle proprie impostazioni e' la disattivazione dell'account, ma in questo modo non si cancella il proprio profilo ma lo si "congela" solamente fino al prossimo login.

Quando ci si disattiva, il sistema porta a una pagina dove si vedono alcune foto dei propri contatti e sotto ogni foto la scritta "A xxxx mancherai". Davvero inquietante.

Tempo fa mi sono cancellata definitivamente, ma provando a cercare il mio nome e cognome su google come primo risultato ho sempre il link di facebook al mio utente.
Cliccando il link il sito comunque porta a una "pagina non trovata" e non si riesce a vedere ne' la pagina, ne' il mio nome ricercandolo su facebook, ne alcuna foto di quelle da me pubblicate in passato.
Sembra pero' che il sistema ricordi, anche dopo l'avvenuta cancellazione, l'esistenza del mio utente.

Incollo qui il link con le istruzioni per la cancellazione definitiva dell'account, che magari puo' essere utile a qualcuno:

http://www.tecnocino.it/articolo/cancellarsi-da-facebook-ecco-come-eliminare-l-account/12107/

Aggiungo che la cancellazione definitiva avviene solo dopo 14 giorni dalla richiesta. Nel frattempo, se si prova a rientrare nel proprio account, la richiesta di cancellazione viene annullata.

Jabba_The_Hutt ha detto...

@max

Mi pare ovvio che in questo caso l'onere della prova spetti a chi propone la nuova teoria.

Del resto è proprio quello che hanno sempre fatto Galilei, Newton, Einstein, etc.

@Cyrus
Citare la meccanica quantistica ed il Principio di Indeterminazione in questo caso è un po' fuori luogo.

Mi spiego.

Misurare la posizione e la quantità di moto di un elettrone ne modifica lo stato (ovvero ne viene modificata la coppia posizione-quantità di moto) ma l'elettrone esiste e da qualche parte sta! E questo indipendentemente dalla "soggettività" della misura! Quindi l'esistenza dell'elettrone non viene alterata dall'esperimento!

Nel caso di una malattia, se le analisi dicono oltre ogni dubbio che il sig. x ha la malattia y, questo è un dato di fatto indipendentemente da cosa pensa il sig. x! Così come è un dato di fatto che il sig. x non ha la malattia y una volta che essa è sparita.
Se, poi, lei sta criticando il fatto che i gran parte dei medici moderni si sono un po' "dimenticati" il rapporto col paziente, allora mi trova certamente concorde. La guarigione di una persona, infatti, deve riguardare due aspetti:

- quello della malattia e in sè e della sua eliminazione che è la parte oggettiva della questione e viene studiata mediante la chimica, la fisica, la biologia, etc.

- quello del "come si sente" il sig. x che ne rappresenta la parte "soggettiva", che viene analizzata mediante la psicologia.

Quindi, per favore, non tiri di mezzo la meccanica quantistica, il cui principio di indeterminazione riguarda altri problemi che non sono oggetto di studio della psicologia!

Nel caso della cura al bicarbonato, gli unici dati disponibili sui "successi" sono quelli di persone guarite le cui cartelle cliniche mostrano oltre ogni ragionevole dubbio che sono state sottoposte alle cure standard! Se io sto cercando di mostrare che la cura al bicarbonato funziona, ho scelto il peggior tipo di evidenza immaginabile!
Vedo di spiegarmi meglio.
Un esperimento "valido" sarebbe:

- il signor A ha la malattia B
- il signor A è stato curato usando la cura C ed esclusivamente la cura C
- La malattia B è sparita
- Ne deduco che ci sono ottimi motivi per dire che C cura A

I casi proposti per la cura al bicarbonato sono di questo tipo:

1) il signor A ha la malattia B
2) il signor A è stato sottoposto alla terapia C
3) il signor A è stato sottoposto alla terapia D
4) la malattia B è sparita
- Ne deduco che D cura B!!!!!

Questa deduzione in generale NON è vera!

I punti 1,2,3 e 4 dicono soltanto che una di queste è vera:

- C cura B
- D cura B
- C+D curano B

Il problema è che ci sono un sacco di rilevanze sperimentali che dicono che C cura B, quindi quest'ultima tra le tre spiegazioni è quella che ha più possibilità di essere la spiegazione corretta!

Volete verificare che la cura al bicarbonato funziona? Beh, provate a fare l'esperimento che ho proposto prima: ha il pregievolissimo vantaggio di non rischiare la pelle di nessuno!

J.

Jabba_The_Hutt ha detto...

Chiedo venia per l'evidente "orrore" di ortografia! ;-)

J.

salvo ha detto...

IL BRANCO

Nella solitudine c’è la riflessione e dalla riflessine si capisce che viviamo in un mondo schifoso e questo lo abbiamo capito tutti, ma esiste anche la solitudine creativa., la mia solitudine pur rattristandomi mi porta a creare dei dipinti ad olio che mi danno soddisfazione, sembra banale ma per me è importante, pur non ricavandone nulla.
E vero siamo come bestie in un branco, di solito un branco viene guidato da un capo branco, il nostro capo branco sono i mass media che ci educano ad essere felici con la ricchezza materiale e giudicare gli altri per quello che hanno e non per quello che sono.
Nella mia lunga esistenza ho imparato che nelle diversità di tutti i generi: culturali, di colore, di povertà, di ricchezza, di sessualità, di credenti e non credenti ecc. c’è sempre da imparare qualcosa e se tutti fossimo aperti ad ascoltare gli altri, anche quelli che riteniamo più ignoranti di noi forse il mondo andrebbe meglio.
Anche il silenzio può essere molto eloquente, ci sono tanti tipi di silenzio, il silenzio per rispetto, il silenzio per rancore, il silenzio per riflettere ecc. anche il silenzio per evitare giudizi e questo penso sia il più grave dei silenzi: da questo silenzio nasce il servilismo, non scontrarsi mai con chi si pensa che abbia potere.
Penso che l’auto stima di ogni individuo sia importante se non diventa sopraffazione degli altri o guardare gli altri dall’alto in basso, penso che da tutto questo nasce l’emarginazione e quindi anche la cattiveria.

Salvo

Denis ha detto...

Jabba The Hubb, probabilmende la medicina occidentale detta anche scientifica o allopatica ha molto poco di "scientifico".

I fatti sono che da 50 o più anni stanno studiando il tumore o cancro (o altri nomi stranissimi!!) ed al momento non si conoscono cure definitive; mi sempra una ricerca alquanto fallimentare!!

Poi ripeto io sono un tecnico e non un medico, mi interesso semplicemente della mia salute, invece riguardo al Dott. Simoncini che è stato radiato dall'ordine dei medici....in fondo cosa ha fatto di tanto male, forse ha dato del bicarbonato ad un paziente???

Denis

ESPAVO ha detto...

Mi è stato segnalato questo link e io lo segnalo a voi:
http://www.ecplanet.com/salute/tumori/la-piovra-farmaceutica-mette-a-tacere-simoncini-e-la-vera-ricerca-sul-cancro.html

ESPAVO ha detto...

Comunque, riguardo al problema della cura anticancro mi piacerebbe che si segnalassero fonti possibili per approfondire il problema, ma senza accanirsi a voler convincere qualcuno di qualcosa.
Ogni persona è in grado liberamente di documentarsi e di farsi un'idea, senza che qualcuno si faccia portatore di istanze ben precise.
In fondo, chi si ammala (si spera nessuno!) deve anche poter decidere con libertà se vuole fare cure tradizionali o alternative, non credo sia giusto che il potere costituito gli imponga una cura piuttosto che un'altra. E penso siate tutti d'accordo con me a questo proposito, dato che a nessuno piacciono le imposizioni.

Jabba_The_Hutt ha detto...

@Denis

Il problema principale della medicina è che deve riuscire a "mettere insieme" milioni di variabili per riuscire a capire come funzionano le interazioni fra le varie parti del nostro corpo a partire dalle cellule. Credo che da tecnico lei riesca ad immaginare cosa voglia dire gestire questa mole di interazioni, vero?
Non si tratta di gestire le interazioni tra 4-10 particelle, cosa che ormai è facilmente simulabile con un qualunque computer che ci troviamo in casa!
Quindi c'è poco da fare... per capire cosa succede non c'è altro modo che "provare".

Ed analizzare i dati delle prove in modo razionale.

J.

cyrus ha detto...

x Jabba:

non esiste una parte oggettiva della malattia, esiste solo una parte soggettiva. Cioè è sempre il corpo che decide cosa avviene dentro di esso.
La meccanica quantistica è in realtà una teoria che cerca di comprendere il mondo atomico, e la spiegazione che ne dai è quantomeno riduttiva. Il fatto che l'elettrone esista comunque cosa dovrebbe provare? In realtà la scoperta più importante legata alla fisica quantistica è che materia e energia sono la stessa cosa, solo manifestata in forme differenti. Tornando quindi alla salute, pensi che una forma di energia potente come il nostro pensiero non possa influenzare la materia di cui è fatto il nostro corpo? Io penso che sia molto più che un influenza, e che i nostri pensieri (consci e inconsci) controllino totalmente i processi che avvengono nel nostro corpo. In pratica possiamo essere avvelenati, ma nessuno ci può indurre una "malattia" senza il consenso dei nostri pensieri. E conseguentemente l'unica cura possibile e realmente efficace consiste in un incremento della nostra consapevolezza.

Jabba_The_Hutt ha detto...

@Antonella

Il sito linkato non fornisce alcuna prova, fa solo delle considerazioni generiche.
Ora, le case farmaceutiche fanno (purtroppo) business e su questo non ci piove!
Però, le uniche "prove" che ha portato Simoncini sono le cartelle di pazienti che in ultima analisi appartengono al secondo "modello" da me postato e, come ho mostrato, quelle "prove" non reggono neppure ad una semplice analisi che faccia uso della normale logica.

Finchè si continua così non si approda a nulla.
Con la dialettica si può dimostrare qualunque cosa; così non è, invece, nelle scienze applicate di stampo galileiano
Si facciano degli esperimenti e se ne analizzino i dati: è interesse degli stessi sostenitori della cura farli.

Se non li fanno, allora conviene suggerire ai pazienti di non fidarsi: meglio il dubbio sulla guarigione che la certezza del fallimento della cura!

J.

max ha detto...

@Denis

di male?
leggi un po' come mai lo hanno condannato

Le tue considerazioni sulle ricerca sono banali,sono circa 100 anni che si studia, anche con apparati terribili (LHC ad es)la struttura della materia e sappiamo ancora veramente poco, buttiamo via tutto?

anti-moderno ha detto...

Mah, da parte mia segnalo questo, per chi legge l'inglese:
http://www.macrobiotics.co.uk/cancer.htm

E se qualcuno dovesse (facciamo le corna) aver bisogno, può andare qui:

http://www.cuisine-et-sante.com/prenotazione.htm)

oppure qui:
http://www.lasanagola.com/template.php?pag=47351

Ma questo, non solo per il cancro, ma per qualsiasi problema....

Denis ha detto...

Leggo che la discussione sulla Candida interessa molto; probabilmente non sono il solo a preoccuparmi della salute, adesso mi sento meno "isolato".

@max leggerei con piacere la "sentenza" che ha radiato il Simoncini, ma penso che la privacy mi impedisca di leggere gli atti processuali!! 100 anni che si studia senza nessun risultato concreto....ottimo grande ricerca da Nobel!!! o vuole che le presenti la mia vicina MORTA di tumore al polmone senza aver MAI FUMATO.

@ Jabba, l'unica cosa certa scientificamente è il fatto che una cura al tumore non esiste ancora, se vuole le racconto del marito di mia cugina MORTO di tumore al polmone-ossa dopo 30 anni che non FUMAVA.

Oppure volete che vi racconti cosa succede ad un malato dopo una seduta di chemioterapia, o semplicemente dopo aver "parlato" per la prima volta con l'Oncologo!!!

Quindi o parliamo di cose reali e conosciute, oppure.....vogliamo solo difendere le proprie ragioni.

Un saluto a tutti.

Denis

Jabba_The_Hutt ha detto...

@Cyrus

Una "piccola" correzione: l'eguaglianza tra massa ed energia è un risultato della Teoria della Relatività Ristretta (o Speciale) di Einstein e non della Meccanica Quantistica! La Relatività Ristretta (così come quella Generale) è una teoria "classica" (ovvero prevede che l'energia vari in un continuum di valori!). Il compito che si è prefissa la Fisica moderna è quello di trovare una teoria che unifichi la Meccanica Quantistica e la Teoria della Relatività.
Il risultato importante della Meccanica Quantistica (e lo dice il termine stesso "quantistica") è che l'energia si trasmette a pacchetti (quanti) e non in modo continuo.

Tornando all'elettrone, il fatto che esista è piuttosto importante, non le pare? Non funzionerebbe neppure il bicarbonato se l'elettrone non esistesse!!! ;-)
Il mio appunto sulla meccanica quantistica era per dire che la "soggettività" che lei vede in quell'ambito si riferisce, in realtà, all'indeterminazione della misura di due quantità (che in casi simili sono dette coniugate) che definiscono uno stato e non alla "soggettività" del fenomeno come faceva intendere lei! (lo fa quando dice La "scienza" che richiedono persone come max vorrebbe prove incontrovertibili, ovvero indipendenti dal giudizio e dalla soggettività umana e subito dopo cita a supporto la "soggettività" della meccanica quantistica!).
Inoltre quella che lei definisce "soggettività" in realtà è un limite alla conoscenza che abbiamo quando cerchiamo di misurare gli stati microscopici in cui si trova la materia: questo problema, però, riguarda, come già ripetuto, una misura e non l'esistenza o meno di un fenomeno! E tale limite ha una precisa definizione matematica in meccanica quantistica... Ed è difficile chiamarlo "soggettivo" e le faccio un esempio pratico.
Supponiamo che ci siano due osservatori che cerchino di determinare la posizione esatta del nostro ormai sfortunato elettrone che si vede violato nella sua privacy... ;-)

- il primo misura la posizione esatta che è X1 con errore deltaX1=0 (se ha misurato la posizione esatta, allora sa esattamente dove si trova, giusto?)
- il secondo misura la posizione esatta che è X2 con errore deltaX2=0

A questo punto cercano di misurare la sua quantità di moto e si ritrovano davanti ad una bella sorpresa: si trovano entrambi nella stessa situazione (a discapito della "soggettività"), ovvero non riescono a misurare l'altra quantità! Non si trovano nella situazione di due osservatori in moto tra loro che hanno i rispettivi metri "alterati" dal moto, cosa che influisce sulle rispettive misure in meccanica relativistica!

Come ben vede, in meccanica quantistica il termine "soggettività" non è appropriato, infatti il Principio è detto di indeterminazione e non di "soggetività".

Per quel che riguarda la malattia, se lei prendesse la varicella potrebbe raccontare quello che vuole e dire che non ce l'ha (fa parte della sua "soggettività" nel percepire la malattia): una banale analisi del sangue (nonchè il suo aspetto fisico!) la contraddirebbero subito. Per non parlare di chi si piglierebbe la varicella perchè si è trovato vicino a lei. Questo è un po' poco "soggettivo".
Le cose che sono "soggettive" delle malattie sono altre: ad esempio la percezione del dolore, la temperatura a cui arriva la febbre che deriva da un'infezione, il tempo di guarigione di una ferita e via dicendo.
Su queste ha influenza il corpo della singola persona, ovviamente.

Il pensiero può essere effettivamente molto forte, ma non nel modo che crede lei.
Al momento è molto difficile che uno di noi prenda il vaiolo in quanto c'è stata la volontà molto determinata di qualcuno che ha deciso di sconfiggere questa malattia. In questo senso il "pensiero" umano è stato così "forte" da sconfiggere una malattia.

Di più non le dico perchè lei ha scelto già il suo percorso e non credo che troveremo mai un punto d'incontro... a meno che non ci mettiamo a parlare di fisica, s'intende! ;-)

Parlare di argomenti che si affrontano con approcci completamente differenti rischia di portarci a discussioni violente che non sono, onestamente, quanto io cerco nel confronto con gli altri.

J.

Denis ha detto...

Buongiorno a tutti, mi scuso se questo post "apparirà" più di una volta, ultimamente internet si mangia molti files ci saranno problemi tecnici hehehe. Ieri scrivevo:

Leggo che la discussione sulla Candida interessa molto; probabilmente non sono il solo a preoccuparmi della salute, adesso mi sento meno "isolato".

@max leggerei con piacere la sentenza che ha radiato il Simoncini, ma penso che la privacy mi impedisca di vedere gli atti processuali!! 100 anni che si studia senza nessun risultato concreto....ottimo grande ricerca, da Nobel!!! o vuole che le presenti la mia vicina MORTA di tumore al polmone senza aver MAI FUMATO.

@ Jabba, l'unica cosa certa scientificamente è il fatto che una cura al tumore non esiste ancora; se vuole le racconto del marito di mia cugina MORTO di tumore al polmone-ossa dopo 30 anni che non FUMAVA.

Oppure volete che vi racconti cosa succede ad un malato dopo una seduta di chemioterapia, o semplicemente dopo aver "parlato" per la prima volta con l'Oncologo!!!

Quindi o parliamo di cose reali e conosciute, oppure.....vogliamo solo difendere le nostre ragioni.

Un saluto a tutti.

Denis

max ha detto...

@Denis

http://www.ariplex.com/nmwiki/index.php?title=Image:Simoncini2.jpg

qui trovi l'immagine della "radiazione" dall'ordine

per le sentenze di condanna per omicidio colposo

http://tinyurl.com/79flko

tralasciamo poi l'aspetto "soldi" pagati dai malati a questo "personaggio"

Jabba_The_Hutt ha detto...

@Denis

Eviti di usare argomenti tipo quelli che propone, visto che verrebbe facile confutarli con casi appartenenti alla mia esperienza personale.

Ma se vuole le appronto la lista dei miei "casi" che sono sia belli che brutti!
Solo che preferirei evitare questo genere di approccio visto che lo ritengo solo ed esclusivamente sciacallaggio...
Eviti di usare le disgrazie altrui visto che diventa facile farlo quando ci si nasconde dietro all'anonimato!

Per concludere il discorso, il problema per lei è che ci sia UNA SOLA CURA?
E chi le ha detto che questo sia vero? Potrebbe essere che di cure ce ne siano molte semplicemente perchè le cause ultime della malattia possono essere diverse.

Altra piccola osservazione.
Se uno ha un tumore ai polmoni e non ha mai fumato, allora secondo lei non dovrebbe avere mai questa malattia.
La sua logica è sbagliata!

Fumare può causare il tumore ai polmoni. Questa è la relazione: A implica B.

Il viceversa non è vero! Ovvero se A implica B allora B implica A è un'affermazione falsa in generale. Ci sono solo dei casi particolari in cui è vera!

Quindi se una persona ha un tumore ai polmoni e non fuma la conclusione è che quel tumore non è causato dal fumo; ci sono evidenze sperimentali solidissime che, ad esempio, certi tumori ai polmoni siano causati dall'amianto usato per anni ad esempio nelle lastre di Eternit.

A questo punto mi pare che sia lei che sta usando argomenti un po' "pesanti" per cercare di difendere la sua posizione.

Ultima considerazione...
Lei cita la privacy come scusa per non leggere la sentenza di cui parla Max.
Ho ormai il sospetto che lei scriva senza pensare ben bene si fa strada: le sentenze della magistratura sono PUBBLICHE! Lo stesso vale per la radiazione dall'albo dei medici: chiunque può andare presso l'albo e chiedere conferma, altrimenti come si fa a controllare se il titolo che vanta un medico è vero o falso??

J.

Denis ha detto...

Ri-buongiorno a tutti.

Visto che in questo momento la discussione slla CANDIDA e sul Sig. Simoncini si è arenata fra me, max e Jabba e visto che per continuare dovrei violare la privacy di qualcuno (jabba quello che ho scritto lo scritto perchè sono anonimo!!!) per un pò mi fermo e non risponderò più sull'argomento.
Solo due precisazioni;

Per max, se ho scritto che sono quasi dieci anni che seguo le "disavventure di Simoncini" secondo lei non avevo gia visto quanto mi ha lincato!!!

Per Jabba, ammiro la sua logica e le sue infinite conoscenze (fisica, biologia, medicina), le ricordo che anch'io sono un "tecnico" e qualcosina di logica nè capisco!!

Ed un ultima considerazione, ci deve essere per LEGGE la libertà di cura e la libertà di scegliere la "propria Medicina" che sia scientifica, alternativa, orientale ecc. altrimenti vuol dire che siamo in una DITTATURA.

Come dice una persona che conosco: La Verità è figlia del Tempo e forse in un prossimo futuro sarà tutto più chiaro. Ad ognuno la proria salute.

Un cordiale saluto a tutti

Denis

Jabba_The_Hutt ha detto...

@Denis

Secondo lei sarebbe normale che uno stato per legge consentisse di scegliere una cura che non funziona?

Lo stato deve garantire la libertà di scelta del malato: questa si epleterà o scegliendo una cura tra quelle disponibili o, eventualmente, rifiutando la cura. Consentire per legge l'accesso a cure che non funzionano è un po' "strano".

Se, poi, sono 10 anni che segue la faccenda, ci dica se per caso Simoncini ha portato un qualche risultato di un esperimento condotto nella forma che ho proposto io.
Se non l'ha fatto, comincerei a preoccuparmi per chi segue quelle cure senza un opportuno atteggiamento critico.

J.

anti-moderno ha detto...

Jabba,
io credo che sarebbe saggio da parte dello stato togliere dalla costituzione quella parte dove dice che tutela la salute dei cittadini. Sbagliato: la salute ce la tuteliamo da noi.
Secondariamente deve chiudere o privatizzare gli ospedali e licenziare tutti i medici.
Poi deve dichiarare: "come vi curate sono fatti vostri, a me non interessa". Naturalmente verrebbe fatto divieto di fare causa a un medico(di qualsiasi formazione), in quanto è il paziente che lo sceglie.
Questa si chiama responsabilizzazione del cittadino.
In fondo allo stato che gliene frega se mi faccio curare da uno stregone zulù. Anche se la cura non funziona, va bene, è permesso. Basta che rilasci la ricevuta fiscale.
Fino a che lo stato si prenderà la responsabilità della nostra salute, sarà come avere un babbo. Lo capisci? Io vorrei essere orfano, mi diverto di più.....
oh, ma capisco anche che c'è molta gente che invece senza il babbo...non va da nessuna parte...ma questo è solo un sogno non si realizzerà mai....

max ha detto...

visto che ci siamo leverei anche l'esercito, il cittadino puo' assoldare lanzichenecchi o gurka nepalesi, per la scuola poi ritorniamo al precettore, pensioni et similia le affidiamo a dei buoni gestori di prodotti finanziari tossici, trasporti ci affidiamo alla telecinesi , energia oramai che la fusione fredda è una realtà è la cosa piu' semplice,un bel reattorino per ognuno e via cosi

Jabba_The_Hutt ha detto...

@anti-moderno

Giusto...

Responsabilizziamo il cittadino e deresponsabilizziamo l'ospedale ed il medico.

Ma a questo punto credo che a lei sfugga un punto: che definizione giuridica darebbe al rapporto paziente-medico?
Perchè, vede, quando un malato va da un medico tra i due si stipula praticamente un contratto in cui uno (il medico) dice di curare l'altro (il malato).
Ora che succede se una delle due parti che stipula il contratto non lo rispetta, come accadrebbe ad un medico che non cura il suo paziente?
Non solo. Che succederebbe nel caso in cui la cura non funzionasse perchè "finta"? Sarebbe un po' come se lei andasse a comperare l'automobile e, al posto di quella vera, le vendessero la fotografia del prodotto da lei acquistato: questa si chiamerebbe truffa. E lei non sarebbe molto contento nel vedere che il venditore non è responsabile perchè "l'ha scelto lei"!. La situazione sarebbe la stessa di un medico che proponesse come cura della semplice "fuffa"!.

No... credo che quanto lei proponga non funzionerebbe mai.
A meno che lei non proponga della sana anarchia totale (niente leggi). In quest'ultimo caso, però, le farei notare che di solito sopravvive quello che spara più rapido o, al più, che ha più risorse da spendere.
Se lei dovesse appartenere a queste ultime due categorie, beh... allora buona fortuna. ;-)

Nell'altro caso, invece, ci penserei su meglio... perchè potrebbe anche trovarsi un giorno a discutere della sua salute non con un medico, ma con un "ragioniere" che deve far fare utili all'ospedale e magari pure alla sua assicurazione sulla salute.

Non sarebbe certo una bella situazione: "l'assicurazione la copre soltanto per l'intervento ad una delle due anche: scelga lei quale!".

Brutta cosa fare affari con la pelle della gente... in tutti i sensi

J.

cyrus ha detto...

x Jabba:

l'uguaglianza tra materia ed energia è stata IPOTIZZATA da Einstein nella sua teoria della relatività, ed è stata CONFERMATA dagli esperimenti eseguiti in seguito a livello atomico, per lo studio dei quali si è proposto il modello della fisica quantistica, tuttora utilizzato.
L'uguaglianza tra materia ed energia è uno dei cardini della fisica quantistica.

Tornando alla salute, l'influenza totale del nostro sistema di credenze e dei nostri pensieri su tutti i processi finora chiamati "malattie" è stata confermata da infiniti esperimenti, anche effettuati da me stesso negli ultimi anni. Se ci pensi un po' puoi trovare anche tu molti esperimenti domestici da fare, su te stesso o sulle persone che ti stanno intorno, per convincerti di questo.

Se invece vuoi continuare ad aspettare che la "scienza" ufficiale ti dia risposte sulla tua salute e sulla tua consapevolezza, allora siamo proprio su livelli differenti. Ed effettivamente non c'è niente da discutere.

cyrus ha detto...

E ancora una volta mi trovo invece molto in linea con le parole di anti-moderno.

anti-moderno ha detto...

jabba,
io sono il medico di me stesso, dunque non ho bisogno di un medico. Per quanto riguarda il funzionare o non funzionare...non ha molta importanza. L'importante è "siete disposti (domanda rivolta alla classe medica, di cui mi pare lei faccia parte) a mollare il vostro monopolio? e a lasciare entrare altre situazioni, concezioni, logiche, approcci, visioni, ecc?". La risposta la so già ed è quella che mi ha dato lei. Ma non ci raccontiamo balle, non lo fate nell'interesse del cittadino, ma lo fate nel vostro interesse e in quello delle case farmaceutiche. Perchè il cittadino è comunque vittima. Lo sapeva che la terza causa di morte è per cause iatrogene? Cioè derivate da un'assunzione eccessiva di farmaci?
E' per questo che si chiederebbe libertà di cura. Poi, certamente, la persona timorosa, poco istruita, insicura, si rivolgerà al medico allopatico, gli altri faranno come gli pare.
Poi lei dice "come si mette se il medico non cura il paziente?". Ma questa è la classica situazione dei medici normali!! Perchè lei "cura" un diabetico? No, si limita a dargli dell'insulina. Lei "cura" un malato di Alzhaimer? No, si limita a fare in modo che la malattia non peggiori più di tanto.
Cioè, la medicina allopatica non "cura". Non conosce veramente delle risposte, delle soluzioni...epperò si arroga ogni diritto, ogni superiorità, tappando la bocca a tutto il resto.
E' tutto molto, molto, brutto. E' semplicemente l'esercizio di un potere....

Denis ha detto...

@ Jabba

Ok è l'ultimo commento sull'argomento Simoncini (per un pò); il Sig/Dott. Simoncini è una delle alternative a delle cure mostruose ed inefficaci sui tumori o come vogliamo chiamarli.

Come può stabilire lo Stato o un Medico se una cura è più efficace di un altra??
Forse facendo degli esperimenti sugli Esseri Umani?? credo che questo sia vietato in qualsiasi paese civile (a parte il Terzo Mondo....forse, e a parte Hilter).

Restano poche alternative, ed io scelgo la Libertà di Cura e di Medicina, poi lo stato o i medici facciano quello che credono, subendone le conseuenze morali e i futuri giudizi.

Un saluto a tutti

Denis

Jabba_The_Hutt ha detto...

@anti-moderno

Peccato... Bel tentativo!
Il fatto che abbia una discreta cultura in scienze non fa di me un medico.
Pensavo che la discussione con Cyrus e Denis mostrasse abbastanza bene di quale "ramo" io mi occupi! ;-)

Farò come il vecchio caro Confucio.
Mi siederò, come spesso faccio, ad aspettare in riva al fiume. E non perchè io aspetti il "cadavere del mio nemico" non vedendo in realtà in voi degli avversari: la mia è solo una questione di pazienza.
Pazienza che dedico a me stesso quando mi confronto con gli altri e li ascolto, pazienza che devo avere per gli altri che spesso, poi, ritrovo seduti di fianco a me sulla riva.

Come le ho detto prima, buona fortuna... ne ha bisogno più di quanto lei pensi.

Io, dal canto mio, sono 27 anni che ringrazio di aver avuto mio padre che ha scelto per me la strada giusta.

In tutti i sensi... anche quello medico!

J.

Denis ha detto...

@ Jabba

Io mi siedo insieme a lei sulla riva del fiume....ad osservare, capire e "fotografare". Poi forse se avro il tempo prenderò una laurea in medicina!!

Buona vacanza a tutti

Denis

il cinefilo della cospirazione ha detto...

Due pensieri su questo articolo molto interessante:

1) Le soap opera (di produzione britannica e americana, ma anche italiana) non hanno una fine, durano 20, 30, 40 anni; mentre le telenovelas (di produzione sudamericana) hanno una fine, durano tra le 100 e le 300 puntate.

2) Riguardo Facebook, e parlo da utente di Facebook, lo ritengo come la versione virtuale delle "telecamere di sorveglianza" presenti a milioni in tutte le città del mondo: io posso controllare in tempo reale quello che i miei "amici" stanno facendo in quel preciso istante. L'utente di Facebook (compreso il sottoscritto) è un "voyeur" e un potenziale "spione".

Christian