domenica

UN GOVERNO BASATO SULLA MENZOGNA

Di Antonella Randazzo



Due genitori perdono il loro figlio di 31 anni che era stato arrestato lo scorso 15 ottobre per “detenzione di sostanze stupefacenti”. Il ministro della giustizia Angelino Alfano, che certo non ha brillato per onestà e correttezza verso i cittadini nemmeno in altre situazioni, sostiene che il corpo tumefatto e straziato sarebbe quello di una persona semplicemente “caduta dalle scale”. Il ministro, con le sue parole conniventi con gli aggressori ci fa capire che il nostro attuale governo è davvero poco interessato alla nostra salute e alla nostra vita, avendo ben altri obiettivi.

La morte di Stefano Cucchi non passerà sotto silenzio, perché i genitori invocano giustizia, e possono mostrare al mondo le foto del corpo del figlio che indicano inconfutabilmente che il ragazzo ha subito violenza. Stefano è una vittima del barbaro sistema in cui attualmente viviamo. E’ un sistema basato sulla guerra e sulla violenza, e questo si può appurare tutti i giorni se si seguono le vicende dei paesi del Terzo mondo. Molti lo negano, ma credo che di fronte alla barbarie subita da Stefano e alla reticenza criminale del ministro Alfano pochi potranno credere che le nostre attuali autorità siano davvero a nostro servizio.

Se davvero si trattava di una caduta, come mai ai parenti è stato impedito di visitare il congiunto all’ospedale?
Il presidente dell’associazione Antigone, Patrizio Gonnella spiega: “Abbiamo fatto una ricostruzione fedele dei giorni che vanno dall'arresto di Stefano Cucchi alla sua autopsia, di cui stiamo ancora aspettando l'esito… le fotografie parlano da sole, così eloquenti da diventare imbarazzanti (Impossibile che sia caduto). Dovrebbe essere caduto prima di schiena e poi di faccia, molto strano e difficile. Forse solo una caduta sugli sci potrebbe causare danni così disparati e diffusi. (Occorre) un'inchiesta rapidissima, altrimenti potrebbe diventare melmosa, come in altri casi. I fatti sono facili da accertare: si possono sapere rapidamente i nomi dei carabinieri che hanno arrestato Stefano Cucchi, si interrogano, si scopre la verità in meno di 48 ore”.(1)

Per la procura di Roma si tratta di “Omicidio preterintenzionale”.
Ma il ministro La Russa si ostina a parlare di comportamento “corretto” dei militari. I ministri dicono di “dare pieno sostegno alle indagini”. Delle due l’una: o si dà pieno sostegno e ci si astiene dal dare giudizi senza conoscere le cose come stanno, oppure i ministri stanno facendo, come ormai è comune fra le nostre autorità, il doppio gioco. Mostrano di voler far affiorare la verità ma al contempo vogliono proteggere gli aggressori.

Diciamo al ministro La Russa, se non lo ricorda, che quando una persona è arrestata viene posta sotto tutela delle forze dell’ordine e che dunque se le indagini saranno veritiere e corrette, non potrà essere che tutti i militari siano stati “corretti”, altrimenti dovremmo pensare che Stefano sia stato pestato a morte da entità astratte.

E’ assurdo e inaccettabile che una persona di 31 anni, entrata in caserma con le sue gambe perché in possesso di 20 grammi di marijuana, diventi una sorta di capro espiatorio della violenza di Stato, e debba uscire cadavere da un ospedale.
E ancora più inaccettabile è che un ministro si faccia complice degli aggressori contro la vittima. Come ha detto il Garante dei detenuti della Regione Lazio Angiolo Marroni: “sono stati violati diritti fondamentali dell`individuo, in primis quelli alla vita, alla salute e alla dignità”.

I genitori di Stefano sono stati molto coraggiosi nel mostrare le foto del corpo straziato del figlio, facendo capire a tutti che le autorità stavano spudoratamente mentendo e proteggendo la furia selvaggia dei loro assoldati.
Secondo l’ex magistrato Luigi De Magistris “Lo Stato non può avere paura di se stesso, non può temere di individuare e punire quei corpi estranei e parassitari che pure ci sono al suo interno, tra le forze dell'ordine che svolgono un lavoro prezioso per il Paese. Identificare e allontanare queste schegge deviate è l'unica risposta per garantire la fiducia dei cittadini verso le istituzioni e la giustizia, oltre che per proteggere la credibilità di quanti operano con coraggio per la sicurezza comune fornendo un servizio prezioso a noi tutti”.
De Magistris non ricorda cosa questo Stato fa all’estero, e con quale cinismo definisce “missioni di pace” le orripilanti scorribande imperialiste volte a massacrare migliaia di innocenti.

Qualcuno spieghi qual è la differenza fra i morti innocenti uccisi dalle milizie occidentali nei paesi che rifiutano l’imperialismo, i morti ammazzati dalle “forze dell’ordine” nelle varie occasioni e la brutalità cieca e incivile dei vecchi nazi-fascisti.
Anche Hitler parlava di libertà e democrazia, e asseriva di uccidere soltanto “nemici pericolosi” per la sicurezza.
Le nostre autorità, che seguono pedissequamente la propaganda statunitense, allo stesso modo parlano di “missioni di pace” e di “forze dell’ordine” che sarebbero a servizio della “sicurezza”.

Noi non siamo come certi giornalisti di regime che lasciano spazio a dubbi insensati a favore dei carnefici e a beneficio dello status quo. Noi crediamo che lo Stato talvolta è assassino, essendo motivato soprattutto a proteggere i privilegi e il potere di un determinato gruppo sociale. E quando avviene la violenza di Stato si cerca di fare in modo che nessuno paghi. Chiediamoci perché nessuno dei veri responsabili delle violenze di Stato praticate al G8 di Genova ha pagato.

C’è da sperare che i genitori di Stefano possano pervenire alla verità e ottenere giustizia, anche se non potranno più riabbracciare il loro figlio.
A noi questa brutta faccenda ha insegnato che occorre con sempre più forza ribadire che ci fa orrore un potere di stampo nazi-fascista, basato sulla violenza e sulla guerra, le cui autorità, ancor prima di accertare i fatti, si pongono dalla parte dei carnefici.


NOTE

1) http://ilbenevento.blogspot.com/2009/10/stefano-cucchi.html
2) http://www.corriere.it/politica/09_ottobre_30/farefuturo-cucchi-verita_7e13e66a-c545-11de-bfa4-00144f02aabc.shtml

4 commenti:

mau ha detto...

La violenza di stato sui propri cittadini o in missioni "di pace" fuori dai confini è spaventosa perchè sembra apparentemente non ostacolabile e impunibile. Quante vittime sconosciute ha fatto la violenza di stato??!! E Di Pietro, il se dicente paladino della legalità, di fronte a questo abuso ad una famiglia, dov'è?

Luka78 ha detto...

Si dice che la speranza è l'ultima a morire; bene, anche ora ho una ( flebile ) speranza a finchè si faccia chiarezza sull'accaduto e si condannino, in caso di omicidio, i responsabili dell'accaduto.

Le immagini mostrate sono molto eloquenti, non bisogna essere specialisti in fratture per capire come possano essere andati i fatti.
Purtroppo lo Stato, o meglio, coloro che dovrebbero rappresentarlo ( qualunque sia il colore ), ci trattano da dementi, da cretini dediti ai reality show, alle partite di calcio e alle promozioni della telefonia mobile.

Il Ministro della Giustizia dimostra, in maniera spudorata, che razza di marionetta è. E quindi, in primis, in che razza di subumano si è voluto trasformare.

Condoglianze alla famiglia di Stefano Cucchi, sfortunato ragazzo, con tanta vita davanti, morto per mano di bastardi vigliacchi che si nascondono dietro lo Stato

Ciao, Stefano.

Conte Senza Palazzo ha detto...

In questi casi, io non ho mai capito l'atteggiamento dei vertici delle forze dell'ordine coinvolte. Ci farebbero una gran bella figura a dire: "Si, questi nostri agenti sono assassini e non usciranno piu' di galera, perche' sono pericolosi e hanno tradito la loro stessa divisa". La mia stima e il rispetto di cittadino verso le forze dell'ordine aumenterebbe a dismisura.
Invece no: "E' caduto", "Si e' fatto male da solo", "Nella scuola Diaz c'erano le molotov"...eccetera. Del G8 di Genova il mio ricordo piu' nitido e' di un'anziano funzionario di polizia (in divisa!) che in televisione balbettava: "Io non so, non c'e responsabilita', Io non so..."

Arthur ha detto...

E' partita la moda dello scrivere "delle due l'una" tra un pò sarà scritto ovunque, c'è caduta anche lei.

A parte questo, se a quello l'hanno accoppato per 20 grammi di fumo, a Marazzo per tutte le sventole che si pippava lo dovrebbero appendere per i coglioni.

Ma era poi così sbagliata la legge del taglione?