mercoledì

PERCHE' NON SCOPPIA LA RIVOLUZIONE? Alcuni punti di vista.





Non condivido la conclusione: il potere forte si basa sul fatto che i cittadini sono diventati gregge. Un popolo davvero consapevole può abbattere il potere. In fin dei conti, il gruppo al potere è costituito da pochissime persone, e se tutti i popoli si sollevassero sarebbero spodestate in pochi minuti. Non possono certo uccidere tutti.

8 commenti:

lostdog ha detto...

galimberti e zanotelli li seguo da anni persone di un altro livello
umano capaci di una lucida analisi di come va il mondo.
i commenti scritti sul video son validi
ma alla fine dopo aver spiegato lo stato delle cose sopraggiunge il solito c'è poco da fare...io credo che in autunno a causa della crisi che morderà ancora + duramente forme di ribbellismo e di rivolta inizieranno...magari come sempre dalla francia..."Tra chi segue quotidianamente il dipanarsi della crisi sistemica mondiale, la domanda rappresenta un po' l'elefante nella stanza. Quando scoppieranno le prime rivolte? Non siamo gli unici: la stessa domanda serpeggia anche nelle cancellerie mondiali, anzi più che una domanda è un'inquietudine che rasenta il terrore.
Quando ci chiediamo perché diamine non si faccia nulla per prendere provvedimenti seri, per impugnare saldamente in mano il timone di questa nave alla deriva e guidarla in modo sensato verso una transizione costruttiva, forse la risposta non è da cercare tanto lontano. Lasciare tutto così com'è, non dare scossoni, far finta che la vita continuerà as usual è il modo più sicuro per evitare "disagio sociale", eufemismo usato dalla stampa e dai politici per indicare le temutissime rivolte. Non un'idea geniale sicuramente, ma si sa che la paura talvolta paralizza.
Infatti. Mentre stanno tutti lì paralizzati dalla paura della "gente in piazza", i francesi passano alle vie di fatto. "Situazione in lento deterioramento", direbbe qualcuno. Dopo il sequestro degli amministratori delegati, ora si passa direttamente a far saltare le fabbriche.. Qualche giorno fa alla New Fabris, oggi alla Nortel, gli operai sotto minaccia di licenziamento piazzano bombole del gas e detonatori perché "La gente - ha detto uno dei quattro rappresentanti dei lavoratori di Nortel - non ha più niente da perdere, andranno fino in fondo".
Esattamente quello che tutti paventavano. E dalla Francia si diffonde anche un libretto che sta facendo il giro del mondo: si chiama "L'insurrezione in arrivo". Un libretto, sì, una cosa davvero retrò questo scrivere libelli rivoluzionari anonimi, farli circolare sottobanco e discuterli in gruppo nei circoli carbonari... quando si tratta di fare la rivoluzione, non usciamo dalla mentalità ottocentesca. Tant'è, comunque è almeno liberamente scaricabile: potete farlo ad esempio da qui. Se amate Debord vi piacerà, lo stile è quello.. A me non è dispiaciuto: diciamo che l'analisi della crisi sistemica è impietosa e corretta, e così l'inevitabilità delle insurrezioni prossime venture. Un po' meno condivido le "istruzioni per gli insorti": tra l'hippy e il sessantottino, con qualche nostalgia per i metodi anarchici da primo novecento. Manca di creatività, ecco, come se il subcomandante Marcos non fosse mai esistito.
Mentre, tornando alle fabbriche, un po' di creatività non guasterebbe proprio: ci vuole molto più coraggio, ad esempio, per fare come gli operai dell'ormai famosa fabbrica Zanon in Argentina. Invece di sabotare o far saltare, dopo aver visto la chiusura dell'impianto, hanno rotto i lucchetti, sono rientrati e hanno riavviato la produzione. Adesso, sotto controllo operaio, la fabbrica produce utili divisi equamente tra tutti i lavoratori.
Più che di insurrezione, insomma, c'è bisogno di rivoluzioni creative"
se si comincia a non aver nulla da perdere se si è stretti in un angolo di disperazione reale del vivere quotidiano...ecco allora può partire la scintilla...il problema è come andrà a finire..e le guide non saranno nè i grilli o i barnard di turno.ma quelle persone che riusciranno ad icanalare ,se ci sarà, la protesta verso obiettivi concreti reali
partendo dalla redistribuzione del reddito e del lavoro.

ogni rivoluzione violenta è fallita ha sempre generato mostri...
meglio liberare la creatività in forme di lotta ed iniziative meno ambiziose adeguandole al momento ed al contesto socio economico nel quale operare

rocco ha detto...

Intanto non scoppia anche perchè ci sono il 90 % di proprietari di immobili, quasi tutti hanno un'auto, un telefonino una tv un frigo. Chi non ha niente da perdere a livello patrimoniale ma anche di affetti è capace di ribellarsi veramente ed addirittura in maniera violenta ma rappresenta la minoranza della società. Il resto vivacchia e tira a campare, giorno dopo giorno in una lenta agonia. "Lo sai hanno arrestato il vicino, aveva perso il lavoro ed ha rapinato una banca" sarà la frase tipo dell' italiano della porta affianco.
Credo che per liberarsi i popoli dovrebbero riappropiarsi della terra che hanno perso e lavorando in essa localmente per il fabbisogno familiare e non commerciale eliminerebbero il problema del lavoro, della salute, della dipendenza bancaria. Ma chi lo dice ai popoli? Ecco il problema.

anti-moderno ha detto...

Questo è il problema di tutti gli approcci "sociali" alle cose. E' per questo che non mi piacciono i "socialisti", cioè coloro che antepongono a tutto una visione sociale degli eveni.
Si pensa che i cittadini devono lottare contro "il potere". Facendo così non si otterrà mai niente. La soluzione non può che essere individuale. La persona deve avere chiaro che solo lottando contro se stessa la può spuntare, solo risolvendo la propria avidità, risolverà l'avidità collettiva, solo diventando essa stessa povera, può combattere la ricchezza, solo limitando i propri desideri, può contenere anche i desideri degli altri. Non ci sono nemici "esterni", o meglio se ci sono non sono nient'altro che la materializzazione dei nostri fantasmi interiori.
In pratica: l'unica via è diventare tutti degli asceti o quasi, dimodochè l'ascetismo, la frugalità diventi normalità e lo spreco qualcosa di intollerabile.
Ma questo per l'uomo comune è spiacevole e doloroso, di solito ci deve essere costretto.....

Denis ha detto...

Buonasera

Concordo, in parte; con il post del Sig. rocco e anti-moderno...io credo che non serva diventare asceti (questa è una scelta "estrema" e personale), forse bastano i nostri bisogni REALI.......

Vorrei aggiungere un commento sull'informazione di sistema, questo dipende dal "mondo" in qui vivo. Io non penso che l'informazione possa influenzare molto il modo di pensare delle persone che mi stanno intorno, per il semplice motivo che quasi nessuno guarda la TV, al massimo qualche partita di calcio o sport e le previsioni metereologiche (i film sono a pagamento!!!!), i giornali nessuno li legge (è una spesa "inutile" con i tempi che corrono), i libri ancora meno e per finire solo qualcuno usa internet (costa un sacco di soldi!!!), magari per scaricare musica e film.
In pratica gran parte della gente non ha "tempo" per queste cose, deve proccuparsi della propria famiglia e non si rende conto del perchè le "cose" vadano in questo modo (anche nell'economia)...non gli importa niente di nessuno (chi è berlusconi???? o obama???) si interessano solo dei loro "affari"....nel caso ci sia bisogno di una rivoluzione, bisognerà avvisarli....in qualche modo hehehehe.

lostdog ha detto...

per favore lasciamo perdere l'approccio sociale..e non mi piacciono i socialisti...non sono crakers! si impari a zappare nel proprio orto, con le mani e e poi nell'orto degli altri io la faccio da anni...
essendo un bracciante non mi va di sopportare una condizione di subordinazione al potere forever.ho valori ed etica. credo che il mondo vada cambiato.con itelligenza determinazione ed obbiettivi concreti. chi non ne ha + voglia si faccia + in là magari narcotizzandosi nel'ascetismo pre moderno(ripettabilissimo) esattamente come sono narcotizzati
i + dal consumismo totalizzante(ripetabilissimo anche questo).

Anonimo ha detto...

Da anarchico penso che il socialismo e l'individualismo di pensiero devono coesistere affinchè si possa sperare in una società più giusta.
E poi cosa crea il "potere"? la brama del possesso, il consumo, ed il socialismo ambisce a proprio quel che tu dici qua "solo risolvendo la propria avidità, risolverà l'avidità collettiva, solo diventando essa stessa povera, può combattere la ricchezza, solo limitando i propri desideri, può contenere anche i desideri degli altri", solo che io al posto di "diventare povera" avrei piazzato la redistribuzione dei valori.

fiordo ha detto...

Una cosa vera è stata detta, sono poche le persone che davvero vogliono un cambiamento.

E questi pochi sono i soli ad aver capito che il processo è a togliere e non ad aggiungere.

Tutti gli altri stanno solo implorando di allentare le catene, mai e poi mai rinuncierebbero al proprio tenore di vita; gli stessi non-global gioiscono a fare roma-stoccolma a 30€.

Tre generazioni, almeno servono 3 generazioni per dar inizio alla rivoluzione, immaginando che la prossima sia quella di partenza dato che quella odierna non lo è assolutamente.

lostdog ha detto...

AL DI LA DEL CLUB DEI FALSI PROFETI DI GRILLO E BARNARD ME NE SBATTO(POLEMICHE FUORVIANTI E PIENE DI INSULTI OH MY GOD) RITORNO ALLA REALTà...ANCHE X TE X TE ANTONELLA RANDAZZO..."Credo che succederà questo. Che in settembre-ottobre avremo 700-800 mila posti di lavoro in meno (un impoverimento per alcuni milioni di persone). Che taglieranno fondi alle università con metodi furbetti parlando di merito e di efficientismo. Che aumenteranno le tasse universitarie. Che i terremotati de L'Aquila non avranno nuove case, con l'eccezione di una minuscola quota da mostrare in apertura di Tg1 e Tg5. Che i precari passati da «reddito poco» a «reddito zero» diventeranno un esercito. Che la crisi servirà a giustificare l'ennesima mattanza sociale. Insomma, credo che succederà quel che tutti dicono debba succedere: paura e casino.

Per una volta non è peregrino misurare la società con i meccanismi della domanda e dell'offerta: la domanda è molto forte. Domanda di stabilità, di difesa dalla crisi, di qualità dell'offerta scolastica. Domanda di uscire dalle tende. Domanda di arrestare l'erosione di reddito e di diritti. Domanda di dignità per il paese (vero, papi?). Domanda di fermare la ristrutturazione feroce attuata con la scusa della crisi. La domanda non manca, ma l'offerta è inesistente. Credo che succederà questo, che quando salterà il tappo non capiremo al volo.



Ci siederemo lì a leggere, che so, le pagelle della signorina Serracchiani. O annuiremo al vecchio buon senso progressista di Bersani su musica di Vasco. O commenteremo le astute strategie dalemiane di apertura all'Udc. O leggeremo come fondi di caffè le elucubrazioni di partitini inconcludenti che prendono il tre per cento se si presentano insieme e il tre per cento a testa se si presentano divisi, miracolo dell'aritmetica comunista.

Credo che ci siederemo comodi, tristi ma dignitosi. E quando comincerà a volare qualche sasso, e qualche schiaffone farà sciak!, ci chiederemo esterrefatti: ehi, come? Cosa? E dovremo reimparare da capo a scrivere e pronunciare la parola «conflitto». E sarebbe anche ora."
QUESTE SEMPLICI CONSIDERAZIONI RIPRESE DAL MANIFESTO NON SOLO LE CONDIVIDO IN TOTO.NON SOLO PENSO CHE I NODI STRARIMANDATI IN QUESTI ANNI E MESI DEL CONFLITTO SOCIALE VERRANNO PIAN PIANO FUORI.NON CI SARà RIVOLUZIONE MA ...CAOS E DAL CAOS QUALCOSA VERRà FUORI.CARI FATALISTI NON AVETE CAPITO ANCORA CHE IL CICLO è FINITO IL CICLO DEL SONNAMBULISMOCONSUMISTICO LA NECESSITà DELLA SOPRAVVIVENZA CI SPINGE A SVEGLIARCI X FORZA...COME I "MIGRANTI" DEI PAESI DEL SUD DEL MONDO SI MUOVONO VERSO DI NOI SPINTI DALLA FAME E DALLA NON VITA COSì NOI DEPAUPERATI MA IN SOVRAPPESO CI MUOVEREMO...VERSO DOVE STA A NOI STABILIRLO.