domenica

CHI SONO I “COMPLOTTISTI”? - Le trame truffaldine e chi le smaschera

Di Antonella Randazzo





Mentre il mondo agonizza con “crisi”, guerre, torture e massacri, chi solleva il problema che tutto questo è organizzato da chi può e ha convenienza ad organizzarlo, si trova invischiato in una serie di etichette e di considerazioni che smontano persino l’evidenza, facendo apparire la realtà come immodificabile o dovuta a cause non riconducibili a precise persone.
Chi solleva il problema delle vere cause degli eventi finanziari, politici, bellici o economici, si trova ad essere etichettato in modo denigratorio, e i fatti da lui segnalati diventano mere opinioni, anche quando di opinioni non si può certo parlare.

Definire “complottismo” il voler capire meglio chi oggi ha usurpato la sovranità dei popoli e la difende ad oltranza commettendo delitti, risulta una strategia per ribaltare i significati e creare dissenso tra la cittadinanza.
Se una persona vede un’altra persona rubare e grida “al ladro!”, ovviamente, non si trasforma nel ladro ma, al contrario, sta denunciando il malfattore. E invece, paradossalmente, chi denuncia l’operato poco pulito e poco chiaro di un gruppo di criminali che si nasconde ma può agire efficacemente a causa del potere acquisito, diventa “complottista”. Ovvero chi denuncia il complottista, per una sorta di meccanismo orwelliano, diventa esso stesso complottista.

Il “complottista” è in realtà chi organizza crimini, “congiure”, “intrighi”, per danneggiare qualcuno e trarre vantaggi. Si parla di “complotto” quando si ritiene che eventi importanti - politici, economici, finanziari, mediatici o di altro genere – siano da rapportare a persone precise, che hanno interesse a proteggere l'attuale sistema di potere.

La domanda è: Stiamo vivendo in una vera democrazia, ovvero il popolo ha sovranità e può difendere i suoi interessi?
Dai canali ufficiali non potremo mai apprendere che l’attuale assetto non è veramente democratico e che esistono persone che, in virtù dei loro privilegi finanziari, politici ed economici, producono eventi a loro convenienti, danneggiando la maggior parte delle persone.

Potete credere realmente che la realtà attuale dipenda davvero dalle persone comuni? I giovani scelgono liberamente di essere sfruttati in mansioni lavorative precarie e malpagate? L’anziano sceglie volontariamente di vivere con una pensione da fame? Gli iracheni o gli afgani scelgono di vivere sottomessi ad un potere imperiale crudele, che si spaccia per democratico?
Dato che è assurdo rispondere affermativamente a queste domande, allora vuol dire che esiste un gruppo di potere che agisce in modo criminale, e che si cura di non apparire o di scaricare su altri le responsabilità delle proprie azioni.
La realtà può dipendere da tutti noi nella misura in cui ci rendiamo conto dell'esistenza di questo gruppo criminale e decidiamo di spodestarlo. Ma finché crederemo che chi ne denuncia l'esistenza e l'operato sia folle ciò non sarà possibile.

Parlare di un sistema di potere iniquo non è da folli, è da folli credere di vivere in una vera democrazia.
Siamo abituati a non ragionare per categorie logiche, assumendo implicitamente categorie propinate dalla propaganda. E’ così che siamo indotti a credere che le “crisi” non abbiano precisi responsabili o che il sistema elettorale partitico possa permettere una vera democrazia.
E’ possibile provare che un gruppo privilegiato può creare determinati eventi in virtù del potere acquisito. Alcuni fatti che provano questo sono sotto gli occhi di tutti, eppure chi li solleva diventa un personaggio etichettabile.
Oltre ad etichettarlo, si è cercato di formare una categoria compatta, in modo tale che chiunque sollevi un dubbio su un’interpretazione ufficiale si trovi associato ad altre persone che hanno sollevato altri dubbi o detto cose inverosimili. Ad esempio, nella voce “Teoria del complotto” di Wikipedia si fanno rientrare le cose più disparate, come la tesi del “Codice da Vinci”, o la “Teoria del complotto Ufo” per creare una categoria molto estesa, ricca di elementi fantasiosi, non sorretti da prove, come se chi denuncia un sistema iniquo fosse un personaggio dalla fervida fantasia.
Sembra che chiunque parli di un gruppo di potere egemone debba per forza finire nel calderone “complottistico” e dunque condividere anche ipotesi improbabili o argomentazioni fantasiose.
In altre parole, non si ascolta quello che la singola persona ha da dire, e lo si valuta in modo obiettivo, ma si trascina la persona scomoda in un pantano di pregiudizi, etichette e polemiche, tralasciando così di valutare obiettivamente i fatti sollevati. E’ possibile invece sollevare e capire le vere caratteristiche del sistema senza farsi inghiottire dal caos creato apposta per distogliere l’attenzione da argomentazioni che nulla hanno a che vedere con le fantasie letterarie.

Quando qualcuno viene etichettato, l’intento di chi attribuisce le etichette è di minare il valore di ciò che egli dice, perché è in contrasto con la propaganda o i suoi interessi. Pensate all’efficacia dell’etichetta “teorico della cospirazione o del complotto” affibbiata a tutti quelli che sollevano dubbi sulle versioni ufficiali di crimini o di strani eventi. Questa etichetta storna l’attenzione dell’ascoltatore anche quando le argomentazioni possono essere convincenti, perché l’interlocutore viene associato a qualcosa di folle, e nessuno vuole avere nulla a che fare con i matti. In realtà non ci sarebbe alcuna teoria, ma soltanto molti fatti che provano l'esistenza di un potere criminale che opprime e uccide.

Chi solleva altarini criminosi diventa come un vaso di coccio fra vasi di ferro, dovendo subire argomentazioni a suo detrimento che hanno la forza trainante del “bias di conferma”. Il bias di conferma è un effetto mentale che induce a non comprendere alcune verità, avendo nella mente una serie di pregiudizi, di distorsioni o di punti di vista errati che lo impediscono. Ovviamente, si tratta di un fenomeno su cui si basa la propaganda, con le sue tecniche atte a indurre false associazioni, ad assumere punti di vista fallaci o a fare ragionamenti pseudo-logici, che fanno approdare a ciò che è conveniente per il sistema di potere. Ad esempio, è un “bias” pensare che i “terroristi islamici” siano malvagi mentre le autorità Usa siano buone, e che non vi siano legami fra i due gruppi (si veda a questo proposito http://www.disinformazione.it/significato_terrorismo.htm ). Oppure pensare che la violenza sia dovuta soltanto all’immigrazione (i crimini sono commessi nella maggior parte dei casi da italiani, ma i mass media di solito danno in gran parte notizia dei crimini commessi da stranieri).

Il fenomeno del bias di conferma riduce la possibilità di impatto efficace a tutto ciò che non è sorretto dal mainstream di massa, ovvero che va contro la mentalità dominante creata dalle “versioni ufficiali” degli eventi. La forza delle versioni o delle interpretazioni ufficiali è metaforicamente come quella di un martello pneumatico che scava, demolisce, separa e modifica, mentre quella delle versioni indipendenti, pur essendo suffragata dai fatti criminosi, può essere come un martello comune, che può produrre effetti ma può anche lasciare invariata la situazione.

Non si comprende nulla della realtà attuale se non si è capaci di capire che essa è assai più incredibile di qualsiasi fantasia. La realtà che noi crediamo vera, quella che i media promuovono, è in realtà una clamorosa falsificazione.
Non soltanto quando vediamo un politico che si spaccia per onesto ma sappiamo che è corrotto, non soltanto quando la pubblicità ci dice che un determinato alimento è sano mentre sappiamo che è dannoso. La falsità e l’inganno talvolta sono sottili, impregnati di un impatto realistico che agisce sulla mente in modo efficace. Queste falsità mirano a trasformare le opinioni in verità e la verità in opinione.
E' uno dei meccanismi più efficaci per condizionare le menti il creare confusione e far credere che la verità sia opinione e viceversa, che l’opinione possa ergersi a realtà.
Gli esempi di questo metodo propagandistico sono tanti. E’ evidente, ad esempio, nell’uso che se ne fa nel trattare l’argomento ancora tabù del potere dello Stato d’Israele sui palestinesi. Ad esempio, il 30 aprile 2008 è stata trasmessa su La7 una puntata de "L'Infedele" di Gad Lerner, dal titolo "Ma cosa vogliono questi ebrei", in cui si parlava della questione d'Israele. Nella trasmissione i personaggi "pro-Israele" venivano contrapposti a quelli "pro-palestinesi", facendo intendere l'esistenza di una mera separazione ideologica. In realtà, alla luce dei fatti, l'onestà intellettuale e morale dovrebbe far superare tale presunta separazione, dato che gli eventi riguardo alla nascita d'Israele non sono un'opinione, così come non lo sono nemmeno le persecuzioni di cui sono oggetto ad oggi i palestinesi. Rendere tutto ciò una realtà "ideologica" o opinabile significa di per sé occultare i fatti o mistificarli gravemente.

Moltissime persone comuni non distinguono fra opinioni e realtà, esponendosi al condizionamento della propaganda. Ad esempio, in alcuni blog si possono leggere post di commento dei lettori del tipo "sono d'accordo", oppure "non sono d'accordo", anche quando l'articolo commentato è fondato sui fatti (ovvero sul numero di morti in un massacro, o sul comportamento concreto di alcune autorità italiane o estere). Questi lettori fanno capire di scambiare i fatti per opinioni.

Se non credete che esista un gruppo di potere dominante che cerca di creare eventi a suo favore, vuol dire che pensate che le attuali autorità non sarebbero capaci di ingannare i cittadini, e che, anche se esistono le mistificazione del potere, tutto sommato la realtà che costruiamo sulla base dei media di massa è sostanzialmente vera.
Purtroppo questa rassicurante rappresentazione può essere facilmente confutata, e gli argomenti per confutarla sono talmente tanti che si potrebbe scrivere un’enciclopedia.

“Nihil enim opertum quod non revelabitur, et occultum quod non scietur”, tutto prima o poi viene a galla.
E dato che tutto prima o poi viene a galla, occorre fare in modo che la gente non vi creda, e addirittura prenda per squilibrato o fissato chi dice cose scomode.

Negli ultimi anni sono stati creati numerosi blog di denuncia dei crimini che il gruppo di potere attuale commette in moltissimi paesi del mondo. In risposta a ciò, sono sorti anche diversi blog di persone che vorrebbero creare caos, screditare i blogger indipendenti oppure convincere che chi critica il sistema attuale lo fa perché sprovveduto o paranoico.
Si cerca di mostrare il dibattito ben diverso da come esso è, ossia come una sorta di considerazioni non suffragate da prove o di vaneggiamenti di persone poco equilibrate.
In realtà occorre riportare le cose così come esse sono: da diverso tempo numerosi autorevoli ricercatori, giornalisti, studiosi o docenti universitari sollevano la questione dell’esistenza di autorità criminali, che spacciano per democrazia un sistema di tipo nazifascista. Questi studiosi hanno portato alla luce l'esistenza di gruppi di potere che possono agire in modo diverso per accrescere il loro potere e le loro ricchezze. Ad esempio, si appropriano ingiustamente di risorse e attraverso le corporation impongono un assetto economico-lavorativo iniquo, oppure attraverso le banche finanziano guerre e controllano il sistema politico.
Gli studiosi in questione hanno dedicato molti anni allo studio di questo inquietante argomento, mettendo in evidenza i paradossi del sistema, e considerando l’esistenza di un preciso gruppo di potere che ha interesse a organizzare guerre e a creare “crisi”, e che ha creato il “terrorismo” per meglio controllare i popoli.
Non si tratta di opinioni o di discussioni filosofiche: sono sotto gli occhi di tutti le ingiustizie nella distribuzione della ricchezza, le oppressioni e le occupazioni che alcuni popoli sono costretti a subire e la corruzione che dilaga fra le autorità di molti paesi, compreso il nostro.

Dunque, il problema non è credere o non credere che ci sia al vertice del sistema un gruppo disposto a tutto pur di proteggere il suo potere, ma provare che questo gruppo non esiste e che gli studiosi indicati sotto abbiano detto cose irreali.

Chi ha dubbi sulla natura iniqua del sistema attuale, ed è una persona onesta, può documentarsi, leggere qualcuno dei libri o articoli scritti da questi studiosi, e può farsi un’idea più chiara, cercando di oltrepassare la propaganda. Qui riportiamo un elenco che comprende soltanto una piccola parte di questi studiosi (non è un elenco completo ma per ovvi motivi non è possibile elencarli tutti):

JOHN PILGER giornalista e scrittore
SUSAN GEORGE militante per i diritti umani e scrittrice
VANDANA SHIVA fisica e ambientalista
NAOMI KLEIN giornalista
WEBSTER TARPLEY giornalista
NOAM CHOMSKY docente universitario e scrittore
JIM TUCKER giornalista
DANIEL ESTULIN giornalista e scrittore
ALEX JONES conduttore radiofonico e regista
NAFEEZ MOSSADEQ AHMED docente di Relazioni Internazionali e scrittore
ROBERT FISH giornalista
WILLIAM BLUM ex funzionario di Stato Usa e scrittore
GREG PALAST giornalista e scrittore
BAER ROBERT scrittore ex agente Cia
CHOSSUDOVSKY MICHEL professore di Economia e scrittore
KLEEVES JOHN scrittore
JAMES PETRAS professore di Sociologia e scrittore
SUTTON ANTONY C. storico

Se dopo aver letto diversi libri o articoli di questi autori credete che siano tutti matti o che si divertano ad inventare gruppi complottisti che agiscono a nostro danno, allora continuate pure a credere che i mass media ci informino correttamente, che i politici siano a servizio dei cittadini o che non esistano delitti di Stato.
A questo punto però dovete anche credere che da qualche parte si trovi un asino che vola o che girando per i boschi vedrete prima o poi spuntare qualche folletto.


Articolo correlato:
“Teoria e pratica del complotto”
http://lanuovaenergia.blogspot.com/2009/04/teoria-e-pratica-del-complotto.html


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28 commenti:

Ermanno ha detto...

Cara Antonella, congratulazioni per la tua fermezza di fronte all'arroganza che vorrebbe ridurci tutti all'omologazione acefala ... tuttavia, per logica correttezza, cancella dal tuo blog l'assurdità agnostica che promana:
"dall’assunto che non esiste la verità, ma le verità"
Un caro saluto

Ermanno

Portierino ha detto...

Molti italiani sono fondamentalmente molto colti e preparati, abbiamo importanti basi culturali che grazie ad internet vengono potenziate moltissimo rispetto le precedenti generazioni. In contrapposizione abbiamo pure uno strato di ignoranza in moltissime zone d'italia. finchè 9 italiani su 10 si acculturano solo con TV e quotidiani sarà difficile superare le barriere create dai media e da chi muove i fili della politica, ad ognuno i propri tempi, noto un lento risveglio che spero possa acquisire una progressione, questa crisi sarà certamente motivo di grande dolore per molti ma anche l'opportunità di evolvere per chi è rimasto fermo.

ESPAVO ha detto...

Risposta a Ermanno: La cancellerei se non la condividessi.
Comunque, capisco il tuo disappunto caro Ermanno: si tratta di una frase che può dare adito a fraintendimenti o può essere di difficile interpretazione.
Quello che voglio dire attraverso questa frase è che possono esistere più punti di vista plausibili sulla stessa realtà. Questo ovviamente non vuol dire affatto che non esista l'inganno, la menzogna o la disonestà, vuol dire semplicemente che chi è onesto può anche pensarla diversamente rispetto ad un'altra persona altrettanto onesta. Per usare una metafora io penso ad una cattedrale circondata da persone: ogni persona la vedrà in una precisa prospettiva, e sarà nella "verità" tanto quanto colui che la vede in un'altra prospettiva.
A mio avviso, la tolleranza si basa proprio sull'assunto che non tutta la verità è nostra, ma questo non toglie che possiamo essere nella verità.
Ad ogni modo, è ovvio che ognuno può pensarla come vuole e ripudiare l'idea che possano esistere più verità, ma dovrebbe resistere all'impulso di voler imporre agli altri il suo punto di vista.

Nando ha detto...

L'umanità è accecata dagli egoismi. E' interessata soltanto a soddisfare il suo desiderio di potere, di possessione, di controllo, di oppressione.
Se si prende atto di questo ogni cosa ha una spiegazione.
Ogni cosa è pienamente rivelata e resa misera.

Arthur ha detto...

Posso chiederle quale pensa siano il ruolo ed il valore della psicologia presa in senso lato, all'interno di questo mondo?

Francesco ha detto...

Ciao Antonella,
sempre con molto piacere leggo i tuoi articoli e cerco sempre materiale informativo tra i tuoi riferimenti,trovando sempre cose molto interessanti.
Alcuni nomi della lista pubblicata in questo articolo sono conosciuti giornalisti ed analisti e la trovo completa, peró credo che si possano aggiungere alcuni nomi. Mi riferisco per esempio a Michel Tsarion o Jordan Maxwell.
Però c'è un nome più altisonante, un nome che hai citato più volte, però non hai mai preso una posizione chiara rispetto alle sue idee: si tratta di Robert Faurisson.
Alcune volte ho letto nei tuoi articoli delle sue traversie giudiziali, pero non dei contenuti storici messi sotto accusa.
Mi piacerebbe sapere perchè non l'hai introdotto nella lista e cosa pensi riguardo le sue idee. Chissà scrivere un articolo, vista la complessità e delicatezza dell'argomento, non sarebbe una cattiva idea.
Saluti.
Francesco

ESPAVO ha detto...

Risposta ad Arthur: penso che la Psicologia, come molte discipline, è uno strumento che può essere utilizzato in modo giusto, a favore degli esseri umani, ma anche, purtroppo, in modo sbagliato, per asservirli o condizionarli.

Risposta a Francesco: certamente si possono aggiungere molti altri studiosi, come quelli citati da te.
L'argomento che citi l'ho trattato, seppure in modo non esauriente in questo articolo:
http://antonellarandazzo.blogspot.com/2008/06/diritto-alla-verit-e-diritto-allerrore.html

magari in futuro potrei trattarlo ancora.

Arthur ha detto...

Grazie della risposta.

Francesco ha detto...

Grazie Antonella,
ovviamente conoscevo l'articolo che mi hai linkato.
Spero vivamente che possa trattare l'argomento Faurisson al piu presto.
Tutta la mia stima.
Francesco

stuarthwyman ha detto...

chi utilizza una simile etichetta non la usa fine a se stessa ma coadiuvata e connessa ad altri fattori correlati e inscindibili tra loro.

Questi sono:
- l'"uso del ridicolo"
- la "politica del discredito".

Unknown ha detto...

quindi se ne deduce, che un avvocato è per autonomasia un complottista, chi più di questa categoria avvalla posizioni e fatti sorretti da mere ipotesi, che poi sarà il suo rivale in aula a dover poi confermare o distruggere. Ho capito bene?

Unknown ha detto...

Innanzitutto complimenti per tutto ciò che scrive che, a mio modesto dire è illuminante. Colgo l'occasione per riportare questa eloquente citazione, anche in relazione alla "massa informe", che con elementare facilità usa il termine complottista, denigrando fatti ben precisi cui i "complottisti" fanno riferimento, scrivendo come fa lei, con coraggio ed etica professionale!

Bisogna capire che tutta la moda letteraria e tutto il sistema giornalistico controllato dall'usurocrazia mondiale è indirizzato a mantenere l'ignoranza pubblica del sistema usurocratico e dei suoi meccanismi. Ezra Pound

Salvatore M.

max ha detto...

sulla verità non avrei nulla da ridire.
la verità è una.
siamo noi che siamo diversi e ce la giochiamo a dadi come per vincere un "mongolino d'oro" una pseudo vittoria che altro non è che una sonora sconfitta ciclicamente dimostrabile.
una ragionevole vittoria sull'altro più ignorante di noi? a che servirebbe?
ai giochi di potere... e torniamo a bomba sui soliti temi complottisti. peraltro triti e ritriti. oramai si vive cercando le soluzioni possibii.

Tonguessy ha detto...

"La domanda è: Stiamo vivendo in una vera democrazia, ovvero il popolo ha sovranità e può difendere i suoi interessi?
Dai canali ufficiali non potremo mai apprendere che l’attuale assetto non è veramente democratico e che esistono persone che, in virtù dei loro privilegi finanziari, politici ed economici, producono eventi a loro convenienti, danneggiando la maggior parte delle persone."
Ma questa, cara Antonella, è la VERA democrazia. No quella che tanto decantano i democrati per continuare a illudere i popoli. Fin dalle Polis greche i fatti parlavano chiaro: solo i padroni (i detentori delle risorse cioè) avevano accesso alla politica. Erano esclusi schiavi, meticci, donne e quindi tutti quelli che lavoravano. Proprio come oggi. Tra una sodomia pedofila e l'altra i padroni dell'epoca trovarono interessante anche provare a comandare. Come se già non lo avessero fatto prima. Con i secoli si affermò poi la monarchia che ha ancora, rispetto alla democrazia, un notevole vantaggio per le genti: sanno chi è il responsabile e se necessario se lo possono andare a prendere con i forconi. Un sistema che cessò di esistere quando la borghesia ne prese il posto. E la borghesia non è mai stata stupida, e così reintrodusse la democrazia, dove sono le genti stesse ad essere responsabili delle proprie sventure, in quanto attori fondamentali. Disgraziatamente a questi attori non è mai stata data nè adeguata informazione nè sufficiente offerta politica. E così ci troviamo dei cococo che votano chi sostiene la loro sventurata vita precaria. E questa è vera democrazia.
"La differenza tra democrazia e dittatura è che mentre in democrazia prima si vota e poi si prendono ordini, in dittatura non si perde tempo con il voto"
Charles Bukowski

"La democrazia è due lupi e un agnello che votano su cosa mangiare a pranzo.
La libertà è un agnello bene armato che contesta il voto". - Benjamin Franklin

rocco ha detto...

Sapere è scienza, credere di sapere è ignoranza, frase di un antico filosofo greco. La verità è un concetto assoluto. Se la luce "bianca" è guardata attraverso uno specchio tagliato ci fa vedere tutti gli altri colori che la compongono.
Bisogna comprendere ed accettare che facciamo parte di un film di cui noi siamo sicuramente attori e comparse ma solo questi.
Ora è semplice oggi constatare che il mondo è diviso tra ricchi e poveri, tra ricchi ignoranti e poveri ignoranti con qualche eccezione.
Purtroppo l'ignoranza la fa da padrone infatti chi è ricco e potente è ignorante perchè appunto ignora qual è la luce che lo contiene e purtroppo usa tutta la sua ricchezza per conservare il suo status quo.
Quando si sente parlare di autorità
bè bisognerebbe aggiungere ignorante. Per esempio le autorità governative dei G8 si sono incontrate in Italia, per fare cosa? Un piano per contenere il surriscaldamento entro il 2050 e cioè in un intervallo di 41 anni. Però se serve mandare armi e soldati in un paese (con petrolio o gas) ci mettono un giorno. Queste autorità ignoranti non sanno in che pasticcio hanno messo l'umanità che è corresponsabile in quanto ignorante anch'essa nel seguire con ossequiosa attenzione i loro costosissimi spot pubblicitari; con qualche eccezione. Loro sono i complottisti?
Loro sono solo i beneficiari del complotto di cui anche noi siamo partecipi.
Ora c'è una regia che punta ad un film drammatico con fine apocalittica? Non credo, dipende solo da noi. L'importante è accettare di far parte tutti noi di questo film. Chi conosce il regista e il suo copione? In un film dove gli attori improvvisano facendone di tutti i colori bè credo che nessuno conosca il copione anche perchè nessuno si sforza di conoscere il regista, con qualche eccezione.

Tonguessy ha detto...

Scrive Rocco (ma altri anniuscono): "Sapere è scienza, credere di sapere è ignoranza, frase di un antico filosofo greco. La verità è un concetto assoluto".
Di assoluto non esiste nulla con l'eccezione dell'umana ignoranza e protervia. Tutto ciò che vogliamo pedantemente chiamare assoluto è destinato a dissolversi nel tempo assieme alla pletora di preconcetti che lo sostenevano. Panta Rei, come recitava Eraclito. Se tutto scorre, nulla resta immobile, assoluto. Eraclito era un antico filosofo greco: evidentemente anche gli antichi filosofi greci avevano pensieri differenti, non assoluti quindi.

"La metafisica, la morale, la religione, la scienza... vengono prese in considerazione solo come diverse forme di menzogna: col loro sussidio si crede nella vita."
(Friederich Nietsche da "Frammenti Postumi")

Ho solo una domanda: ma se nell'inestazione del blog è chiaramente scritto che in questa pubblica agorà si discute "partendo dall’assunto che non esiste la verità, ma le verità", perchè vi ostinate a volere solo la VOSTRA unica verità qui? Cercate altrove, se mi posso permettere o Antonella, che qualcosa sicuramente troverete.

ESPAVO ha detto...

Probabilmente hanno capito che per seguire un blog non bisogna per forza essere d'accordo al 100% con quello che si sostiene. Soltanto una setta richiede ai suoi adepti di essere d'accordo su tutto, pena l'espulsione. Per fortuna credo che la maggior parte dei blog non siano settari, e comunque qui non si chiede di essere d'accordo su tutto, dato che l'obiettivo non è quello di convincere qualcuno di qualcosa ma, nel nostro piccolo, di stimolare a riflettere e imparare a pensare con la propria testa.

ESPAVO ha detto...

Ad ogni modo, credo che ognuno sia libero di leggere i blog che vuole, senza subire interrogazioni su presunte incoerenze, del resto, io stessa leggo moltissime cose anche non perfettamente in linea con quello che penso, perché ritengo che leggere soltanto cose in perfetta armonia con ciò che si pensa sia limitante e non permette di conoscere e capire altri punti di vista. La cultura massificante crea divisioni nette anche dal punto di vista culturale, e talvolta cerca di abituarci ad essere settari senza accorgercene. In questa sede si cerca di capire meglio le caratteristiche massificanti per crescere e diventare più consapevoli.

Tonguessy ha detto...

Scrive Antonella: "credo che ognuno sia libero di leggere i blog che vuole, senza subire interrogazioni su presunte incoerenze". Ognuno è libero di crearsi un blog con criteri propri. L'intestazione di questo (Nuova Energia) mi ha piacevolmente colpito e la tengo gelosamente custodita nella mia memoria come esempio di vero pluralismo. Sono convinto che presupposti diversi quali l'unica verità (anzi LA Verità!) portino necessariamente verso lidi ben differenti. Non entro su siti che si proclamano portatori di concetti assoluti perchè so che creerei inutili sensi di rabbia in me e di insofferenza negli altri qualora scrivessi qualcosa. Smascherare le trame, come suggerisce il titolo del tuo articolo, non porta necessariamente da qualche parte proprio perchè non esiste la Verità universalmente riconoscibile. E' solo una forma di integrità intellettuale senza la quale chi ha coscienza si sentirebbe infelice. Lo si fa solo perchè non farlo ci farebbe stare peggio.

Segretius ha detto...

" penso che la Psicologia, come molte discipline, è uno strumento che può essere utilizzato in modo giusto, a favore degli esseri umani, ma anche, purtroppo, in modo sbagliato, per asservirli o condizionarli."

Inutile fare l'esempio del coltello, lo puoi usare per tagliare il salame ma anche per....
E' possibile che tutte le volte che si parla di psicologia ci sia la tendenza a "svicolare" gridando al babau pericoloso, oppure si dica è una disciplina come tante altre, utile ma anche pericolosa perche' arma che si puo' usare anche contro.
Come tutto, allora cosa fa facciamo eliminiamo la psicologia dalle nostre conoscenze?
Psicologia significa studio dei comportamenti umani e non, nè più ne meno di cio' che si vorrebbe capire nella maggior parte dei nostri discorsi, qui e in ogni altra sede, tutti i giorni, di noi, del tutto; la psicologia è un'arma? Si, come tutte le scienze, in qualche modo contiene tutte le scienze, e va oltre la scienza. Quindi è un'arma molto potente della quale dobbiamo diventare padroni. Ma bisogna cominciare a parlarne, non solo indagando sulle appartenenze dei "padri" (Freud, Breuer ecc.), ma concentrandoci sugli studi che allora erano stati fatti, nella stragrande maggioranza senza intenti speculativi, se non puramente scientifici. La storia non è solo i fatti raccontati con precisione, ma lo studio dei meccanismi (appunto psicologia) che li determinano. Se no non andiamo da nessuna parte.

Tonguessy ha detto...

Segretius: "La storia non è solo i fatti raccontati con precisione, ma lo studio dei meccanismi (appunto psicologia) che li determinano. Se no non andiamo da nessuna parte."
Ti pare che stiamo andando da qualche parte? E la responsabilità di tutto ciò la dai alla (mancata comprensione della) psicologia? Mah...Esiste anche l'antropologia, casommai ti fosse sfuggito. Poi anche la politica potrebbe avere un qualche ruolo. E che dire dei rapporti economici che determinano i rapporti sociali? Vogliamo quindi dimenticare l'economia? Valgono più gli archetipi junghiani o gli elaborati algoritmi che muovono wall street?

rocco ha detto...

Tonguesay ha detto:
Di assoluto non esiste nulla con l'eccezione dell'umana ignoranza e protervia.
-------
Se tutto è relativo, tutto scorre,
se di assoluto non esiste nulla tranne la tua certezza che sei ignorante vuol dire che l'assunto di tutto questo è la tua ignoranza?

Segretius ha detto...

Tonguessy...ma perchè non smettiamo di parlare di discipline, il cui termine è comunque convenzionale (antropologia, economia ecc) ma nessuna di esse ha confini precisi, come se fossero ipod? Questa è meglio o funziona meglio dell'altra, dai! Anche un sasso, che magari non pensa, ma di sicuro si comporta in un qual modo, è oggetto di studio psicologico, se non ci vogliamo chiudere nell'autoreclusione che le scienze, relegate a "DISCIPLINEN!",possono diventare.
Tramite la psicologia, comprendendo anche la "parapsicologia" apriamo la mente, e da qualche parte possiamo anche andare, anche stando "fermi".

Unknown ha detto...

Rocco: "Se tutto è relativo, tutto scorre,
se di assoluto non esiste nulla tranne la tua certezza che sei ignorante vuol dire che l'assunto di tutto questo è la tua ignoranza?"

La "certezza di essere ignorante" fa a pugni con l'assunto secondo cui "di assoluto non esiste nulla". Delle due l'una. Queste logiche si mordono sempre la coda.....
Se poi vogliamo essere precisi Eraclito in quel frammento parlava di quanto tutto scorra, dell'acqua del fiume che non è mai uguale a sè stessa ma non tirava in ballo il relativismo che è un'altra faccenda. Quello stesso fiume in cui l'acqua non è mai uguale a sè stessa può essere visto da punti di vista diversi. Chi sta in collina lo vede calmo e maestoso ma chi ci è scivolato dentro lo vede pericoloso. Quindi due verità. Ti sentiresti di dire che invece ce n'è solo una e quindi uno dei due sta mentendo?

rocco ha detto...

Giorgio ha detto:
Quindi due verità. Ti sentiresti di dire che invece ce n'è solo una e quindi uno dei due sta mentendo?
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Infatti purtroppo l'ignoranza è la verità per l'uomo che ne è la sua immagine e somiglianza.
Difronte a questa verità assoluta tutti siamo daccordo? Ok. Ma l'uomo è nato ignorante? Oppure ha preferito esserlo perchè ha disubbidito a chi lo ha creato?
Ognuno di noi nella sua vita dimentica perchè nasce, vive e muore e questo perchè è informato e si convince che tutto è relativo e quindi non vale la pena cercare la verità perchè non serve a nulla perchè le cose vanno come vanno il fiume scorre l'uccello vola chi osserva dall'alto la vede in un modo etc.. ed intanto il senso e la sua stessa vita gli sfuggono.
Tutto questo relativismo gli dà la chance di rimanere quello che è e cioè un ignorante ma magari con un buon stipendio, la casa, l'auto, la vacanza, una famiglia però sempre con una paura addosso o stress della realtà a cui non sa sottrarsi perchè vive distaccato da se stesso e dagli altri. Preferisce raccontarsi la favola che è nato da solo e che prima o poi c'è una spiegazione a tutto è solo questione di tempo, nel frattempo però le cose per la terra peggiorano e quindi gran parte dell'umanità vive male e perisce. Chi salverà l'uomo da se stesso? Solo la Verità.

Unknown ha detto...

Rocco:
"Infatti purtroppo l'ignoranza è la verità per l'uomo che ne è la sua immagine e somiglianza."
Di fronte a questo mi arrendo. Davanti a sequenze di vocali e consonanti senza significato non posso opporre alcun ragionamento.

rocco ha detto...

Giorgio ha detto:
Di fronte a questo mi arrendo. Davanti a sequenze di vocali e consonanti senza significato non posso opporre alcun ragionamento.
---------------------
Giorgio,
ho solo seguito il tuo ragionamento e risposto ad una tua domanda dicendo appunto che esiste una verità che le comprende tutte.
La verità assoluta la possiamo solo percepire nè possedere e neanche descriverla
perchè appunto è omnicomprensiva etc.
Sul fatto dell'ignoranza ho risposto in base all'affermazione di Tonguessy ma tu non hai capito che la mia risposta a lui dimostrava che la sua affermazione si annullava da sola.
Forse ti è sfuggito il senso del mio discorso ma credimi di vocali e consonanti senza senso ormai ne è pieno il mondo, le tue non fanno eccezione.
"So di non sapere" non significa che non so nulla.
Se un giorno penso di costruire una casa e lo faccio ho reso visibile ciò che era invisibile,
da un pensiero iniziale si diramano tanti pensieri che hanno un unico scopo: la costruzione della casa.
Se la casa fosse l'universo come facciamo noi a concepire chi ha pensato l'universo? eppure esiste.

ESPAVO ha detto...

Aggiungo qualcosa sul discorso delle verità:
E’ molto difficile afferrare la frase che sostiene che "esistono più verità" e me ne rendo conto.
La nostra cultura è basata su “verità assolute” e su dogmi, e uscire da questi dogmi non è facile perché essi si trovano persino nel settore scientifico, che ufficialmente si spaccia per “obiettivo”.
Gli esseri umani possono essere molto “piccoli” nel credere di poter possedere facilmente la “verità assoluta” soltanto perché queste verità sono supportate dal sistema di potere. Questa convinzione è l’origine del settarismo e può produrre divisioni, conflitti e guerre.
E’ saggio ritenere che a livello umano esistono verità relative. Ad esempio, un cattolico e un musulmano sono entrambi convinti di adorare il vero e unico Dio e che la loro pratica porterà vantaggi e benedizioni. Chi ha ragione dei due?
La loro verità è relativa alle loro credenze e alla loro fede. Così è anche nella scienza e in tutti i settori dello scibile.

Se si crede facilmente alla “verità assoluta” si può cadere nel dogma.
Il dogma è una tendenza umana, spesso emotiva, di presentare come verità assolute le proprie convinzioni individuali, anche se pregni di elementi relativi ed incerti.
Cadere nel dogma può essere facile quando si crede di poter essere superiori ad altri, o che la propria cultura o religione è da considerare la migliore. Si tratta di un atteggiamento settario molto alimentato dal sistema attuale, perché presenta diversi vantaggi, come quello di poter condannare qualcuno semplicemente per le sue idee o la sua religione.

Ovviamente, esistono verità storiche, scientifiche, politiche, ecc. dovute a determinate caratteristiche di un determinato periodo storico, o ad una determinata epistemologia.