Di Antonella Randazzo
Forse qualcuno ci ha creduto: qualche donna ha creduto che il suo ruolo sarebbe quello di sculettare per attizzare qualcuno, e avrebbe anche il dovere di rifarsi tette e labbra, per avere una platea più vasta; forse qualcun altro ha creduto che i problemi dell’Italia si possono riassumere nei seguenti quesiti sollecitati dai mass media:
- se Berlusconi è pedofilo;
- se Franceschini additerà abbastanza le depravazioni del capo di governo;
- se i prelati avranno il coraggio di fare la morale a Berlusconi;
- se Veronica amava veramente il marito;
- se ci saranno altre foto dei festini-bordello del mafioso meneghino;
- se i giornali internazionali ce l’hanno con Berlusconi;
- se i nostri bravi ragazzi riusciranno a portare la “democrazia” anche in Afghanistan, paese di ingrati che si rivoltano contro i loro benefattori;
- se Obama flirterà ancora con gli arabi, promettendo pace ma facendo prosperare l’industria degli armamenti.
Forse in molti ci hanno creduto: sembrerebbe che la gente comune sia sempre meno capace di capire gli intrallazzi del potere.
Sta di fatto che l’Italia, da paese dell’Arte e della Cultura, è diventato oggi il paese dell’ignoranza e del rincoglionimento.
E si capisce che non si tratta di opinioni, stando alle statistiche.
Secondo i dati dell’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico), il 65% della popolazione italiana non avrebbe strumenti per interagire efficacemente nella società dell’informazione.
Secondo i dati del 2005 pubblicati dall'UNLA (Unione Nazionale per la Lotta contro l'Analfabetismo), quasi sei milioni di italiani sarebbero totalmente analfabeti. Corrispondono al 12% della popolazione. Soltanto il Portogallo e il Messico hanno una percentuale di analfabeti più elevata.
Inoltre, il 36,52% dagli italiani avrebbe fatto soltanto la scuola dell’obbligo (o soltanto le prime classi elementari).
Si parla di due tipi di analfabetismo. C’è l’analfabetismo (o semi-analfabetismo) che si riferisce all’incapacità di utilizzare correttamente la scrittura e il calcolo nella vita di tutti i giorni, e c’è l’analfabeta assoluto, ovvero colui che non sa leggere e non sa scrivere, non avendolo mai imparato o avendolo dimenticato del tutto.
Se agli analfabeti o semi-analfabeti aggiungiamo coloro che non leggono nemmeno un libro all’anno raggiungiamo una percentuale del 60% secondo i dati dell’Istat. Soltanto il 20% delle famiglie italiane legge libri regolarmente, mentre ben l’80% degli italiani, secondo i dati della Banca Mondiale, si informa esclusivamente tramite la televisione.
E’ un dato a dir poco preoccupante. Certo non si pretende che tutte le persone siano in grado di scrivere un libro o di fare l’esegesi di un testo antico, ma si tratta di avere la capacità di farsi un’idea su un testo scritto o di produrre un proprio pensiero critico autonomo.
Il regresso culturale degli italiani sarebbe iniziato diversi decenni fa, rafforzato dalle Tv commerciali, che proponevano di trascorrere ore a guardare giochi a quiz demenziali, donne seminude o persone che litigavano o parlavano un linguaggio non proprio erudito.
Alle nostre autorità interessa tutto ciò? C’è qualcuno che propone qualcosa per stimolare le capacità cognitive delle persone?
No, anzi, al disinteresse si aggiungono altri tentativi di rincoglionimento dei media, specie della Tv. L’ignoranza viene alimentata dal sistema, e non combattuta.
Perché è nell’ignoranza che si sviluppa l’accondiscendenza al padrone. E’ nell’ignoranza che si accetta il compromesso sui propri diritti. E’ nell’ignoranza che ci si rotola nel sollazzo per non pensare ai problemi.
E’ nell’ignoranza che si accetta che prevalga il più furbo. E’ nell’ignoranza che si accetta la prevaricazione del raccomandato.
Che significato ha oggi la parola “cultura” in Italia? Nell’epoca del Grande Fratello e dell’opinionismo?
Ormai sembra che tutto sia opinione, persino i morti in Iraq per alcuni sono opinione.
Il concetto di “cultura” è molto difficile da spiegare o chiarire.
E’ vero che a volte il livello culturale di una persona non può essere misurato sulla base del titolo di studio o del numero di libri letti. La “cultura” non è soltanto leggere libri, la cultura è crescere, pensare, fare esperienza, cambiare.
Ma è anche vero che non leggere e non fare nessuna attività culturale, trascorrendo ore davanti alla Tv, può atrofizzare potenzialità artistiche o cognitive.
La funzione principale della cultura propriamente detta sarebbe quella di arricchire interiormente la persona, facendo in modo che diventi capace di esprimere liberamente il suo personale "sentire" attraverso parole, immagini o altro. In altre parole, parlare di cultura equivale a parlare delle potenzialità umane che presiedono ai cambiamenti, alla crescita come individui e al progresso civile e sociale.
Si tratta di un ambito fondamentale per proteggere la libertà degli individui. Infatti, senza autonomia di pensiero e senza possibilità di crescita interiore gli esseri umani non potrebbero essere distinti dagli altri animali, che sono sprovvisti di potenzialità astratte o “formali” e dunque rimangono legati agli istinti o alle esigenze della vita materiale.
L'ignoranza può essere intesa come incapacità di "coltivare" se stessi, "nutrendo" il proprio cervello e la propria sensibilità con stimoli positivi, che possono essere buoni libri, opere d'arte o esperienze sociali costruttive.
L’ignoranza produce effetti concreti, e forse non sarà difficile trovarli.
Quanta ignoranza ci vuole per credere che un personaggio arricchito grazie ad intrallazzi di vario genere possa avere a cuore lo sviluppo del paese?
Quanta ignoranza ci deve essere per credere che uno che per diversi anni ha prodotto programmi spazzatura per rimbecillire le persone poi rispetti l’opinione pubblica?
Quanta ignoranza ci deve essere per credere che autorità che stanno dalla parte di chi uccide persone inermi siano capaci di agire per il bene collettivo?
Quanta ignoranza serve per credere che personaggi come Facci, Bondi o Belpietro non siano a servizio della menzogna e della corruzione?
Ignoranza significa assenza di libero pensiero, significa diventare fantocci di chi è in grado di pensare e agire. Significa accettare che dall’esterno, facendo leva sulle emozioni, qualcuno crei la nostra opinione sulle cose, sulle persone e sugli eventi.
L’ignorante accetta l’arroganza del potente, convinto che il mondo debba essere suddiviso in inferiori e superiori. Un delinquente gli potrà sembrare un Re.
Chi è ignorante non può essere cittadino, ma soltanto suddito. E questo suddito troverà il proprio sovrano anche senza vivere in una monarchia. Il suo Re è chi si erge a potente, chi proprio dalla sua ignoranza trae potere. E di questo Re, l’ignorante vorrà diventare cortigiano, accettando ogni infamia che egli possa commettere. Convinto di non valere nulla, troverà nell’accondiscendenza al potere il suo valore.
Gli si dia moneta, e l’ignorante si rotolerà beato a corte, fra valletti, giullari, buffoni e concubine.
Già nel 1840, il filosofo Alexis De Tocqueville scriveva:
"Quando il gusto per il benessere materiale si sviluppa più rapidamente della civiltà e dell'abitudine alla libertà, arriva un momento in cui gli uomini si lasciano trascinare e quasi perdono la testa alla vista dei beni che stanno per conquistare. Preoccupati solo di fare fortuna, non riescono a cogliere lo stretto legame che unisce il benessere di ciascuno alla prosperità di tutti. In casi del genere, non sarà neanche necessario strappare loro i diritti di cui godono: saranno loro stessi a privarsene volentieri... Se un individuo abile e ambizioso riesce a impadronirsi del potere in un simile momento critico, troverà la strada aperta a qualsivoglia sopruso. Basterà che si preoccupi per un po' di curare gli interessi materiali e nessuno lo chiamerà a rispondere del resto. Che garantisca l'ordine anzitutto! Una nazione che chieda al suo governo il solo mantenimento dell'ordine è già schiava in fondo al cuore, schiava del suo benessere e da un momento all'altro può presentarsi l'uomo destinato ad asservirla. Quando la gran massa dei cittadini vuole occuparsi solo dei propri affari privati i più piccoli partiti possono impadronirsi del potere. Non è raro allora vedere sulla vasta scena del mondo delle moltitudini rappresentate da pochi uomini che parlano in nome di una folla assente o disattenta, che agiscono in mezzo all'universale immobilità disponendo a capriccio di ogni cosa: cambiando leggi e tiranneggiando a loro piacimento sui costumi; tanto che non si può fare a meno di rimanere stupefatti nel vedere in che mani indegne e deboli possa cadere un grande popolo".(1)
Gli ignoranti di sicuro direbbero che non avrebbero mai votato Hitler nella Germania del 1932, ma votano personaggi che avallano guerre sanguinose, che rimandano nei lager libici persone innocenti, e che fanno morire annegati centinaia di immigrati.
Il problema è che la testa ignorante di solito non rimane vuota, come si potrebbe pensare. No. Sarà riempita di “spazzatura mentale”, ovvero di contenuti che renderanno la persona soggetta alla manipolazione emotiva e al far proprie idee notevolmente involute, che fomenteranno razzismo, sessismo, sottomissione acritica all’autorità e inclinazione a sprecare la propria esistenza praticando attività di scarsa qualità, come guardare programmi spazzatura.
Non essendo in grado di creare una propria personale realtà, utilizzando la propria testa, si rimane in balìa di tutto il sudiciume di regime.
Lo scrittore e terapeuta Brad Blanton utilizza il termine “spazzatura mentale”, ad indicare una serie di falsità che la mente incamera come vere. Secondo questo studioso le persone possono essere indotte a non valutare più la propria esperienza personale, dando spazio a contenuti astratti legati ad esperienza passate o a ciò che nella realtà convenzionalmente si ritiene vero. Le interpretazioni della realtà possono diventare spazzatura, se dettate da contenuti non verificati o propagandistici.
Uscire dalla spazzatura/prigione mentale non è facile. Osserva Blandon:
“Alcuni di noi riescono a uscire dalla prigione di menzogne costruita dalla nostra mente. La maggior parte di noi, in quella prigione, ci muore. Tutti abbiamo la magnifica possibilità di andare al di là delle sbarre della nostra mente, e di farlo ancora e ancora. Il primo passo in questo processo consiste nel mettere in dubbio la nostra mente… Sfortunatamente la nostra mente non è attrezzata per l’evacuazione periodica degli escrementi come il corpo. A questo dobbiamo provvedere noi, con uno sforzo volontario”.(2)
I media (soprattutto Tv e cinema) stimolano in vari modi l'istinto violento e sessuale. Assistere continuamente a produzioni di scarsa qualità, basate sulla violenza o pregne di messaggi pubblicitari può significare incamerare parecchia spazzatura mentale.
La pubblicità rappresenta una fonte di notevole produzione di spazzatura mentale, essa ha lo scopo di appiattire l'esistenza, attraverso "forme di inquinamento mentale che degradano le nostre menti. Riconosciamo più facilmente il logo di una marca che una specie di fiori, ascoltiamo più slogan che poesie".(3)
Il messaggio pubblicitario ha anche lo scopo di indurre ad agire nel modo favorevole al consumo e al sistema economico attuale. La pubblicità mostra una falsa realtà e induce a crederla vera, crea falsi significati e falsi bisogni.
La mente assorbe la menzogna come parte della realtà, e nel tempo può mettere a tacere ogni autonoma capacità critica e riflessiva.
Secondo il docente universitario Giuseppe Mininni i mass media hanno alcune caratteristiche che producono dipendenza ed esercitano un pesante potere sugli individui. Ad esempio, i media semplificano e banalizzano tutto, ma non per rendere più comprensibile la realtà, ma per dare un senso di semplicità e di intelligibilità che conferisce l’impressione di essere informati. In realtà, come molti sanno, c’è il trionfo della disinformazione. Più si è inclini ad usare la propria testa e più si è capaci di smascherare la disinformazione e di capire quali potrebbero essere i contenuti che si cerca di occultare.
Un altro modo per introdurre spazzatura nella nostra mente è attraverso la creazione di paura e insicurezza. Questi stati emotivi producono stress, e dunque risucchiano energie che gli individui potrebbero utilizzare per creare realtà più costruttive.
Il sistema attuale offre anche forti aspetti di ambiguità, che possono produrre ansia inducendo ad essere più rigidi nei ruoli esistenziali che assumiamo. Si può giungere a ritenere alcuni aspetti della realtà come se fossero immodificabili, mentre invece occorrerebbe utilizzare la propria esperienza per scartare, sottoporre a revisione oppure analizzare senza dare per scontato nulla. Ovviamente, è più facile accettare ciò che il sistema propina come vero che revisionarlo e valutarlo personalmente. Chi oggi domina sa che sottrarre responsabilità agli individui dà loro l’illusione di libertà. Ma senza l’assunzione personale della responsabilità non potrà esistere alcuna libertà.
Per non assumersi responsabilità, molte persone entrano nel regno della finzione o nell’irrealtà, assumendo come veri contenuti discutibili, senza accorgersi che ciò è contro il loro interesse e la loro crescita. La spazzatura mentale impedisce all’esistenza di esprimersi come potrebbe, e di emergere nella sua verità essenziale, donando maggiori energie creative.
Se l’individuo perdura all’interno della rappresentazione alterata della realtà, può alimentare una sicurezza fanatica circa i contenuti che la sua mente ha incamerato, diventando emotivamente reattivo a tutto ciò che li confuterebbe.
Ciò dipende dal fatto che il luogo in cui si deposita la fiducia non è il vero sé dell’individuo, ma l’ego nei suoi aspetti superficiali.
Per pulire la mente dalla spazzatura occorre attivare un “processo di demitizzazione", ovvero smantellare le false realtà che provengono dalla cultura comune creata dal sistema. Le illusioni conferite da queste pseudo-realtà possono essere diventate come una droga, donando un falso senso di sicurezza e di protezione, e permettendoci di sviare le responsabilità. Come spiega Blandon: “L’alternativa, la libertà, è spesso troppo terribile perché la mente poi la possa tollerare. Per questo ci si nasconde dalla libertà sotto un cumulo di balle”.(4)
Chi non coltiva la propria mente può non avere nemmeno l’idea di dover “smantellare le false realtà” e troverà più semplice accettare il “cumulo di balle”.
Il nostro è un paese definito moderno e democratico. Ma la domanda è:
è possibile creare una vera democrazia senza capacità di pensare con la propria testa e di capire cosa davvero succede attorno a noi?
Molti studiosi, da tempo, fanno notare che l’ignoranza è la condizione ottimale per far prosperare i sistemi falsamente democratici. Per tenere un popolo sottomesso basta tenerlo nell’ignoranza, perché non c’è libertà senza conoscenza e consapevolezza della realtà.
Chi ignora quello che succede nei settori più importanti della realtà fa parte della “massa” a cui i demagoghi si rivolgono per essere acclamati, ammirati e votati. Quando l’ignoranza è estrema subentra persino un certo livello di passività, che farà ingoiare tutte le boiate delle autorità, magari ragionando su particolari insignificanti, messi in risalto, non a caso, dai mass media.
La Storia d’Italia, si sa, annovera grandi artisti, geni della Scienza e grandi eroi. Ma oggi? Siamo un popolo di rincoglioniti, imbecilli, cortigiani, buffoni e veline?
Sta a noi deciderlo, scegliendo di essere come il sistema ci vuole, oppure di abituarci a fare cose che ci rendono migliori, più consapevoli delle tecniche utilizzate da chi ci vuole ignoranti e rincoglioniti.
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NOTE
1) Tratto da “De la démocratie en Amerique” di Alexis De Tocqueville, 1840.
2) Blandon Brad, “Diciamoci la verità”, Sperling & Kupfer Editori, Milano 1997, p. XXVII.
3) Gruppo Marcuse, "Miseria umana della pubblicità: il nostro stile di vita sta uccidendo il mondo", Eleuthera, Milano 2006, p. 39.
4) Blandon Brad, “Diciamoci la verità”, Sperling & Kupfer Editori, Milano 1997, p. 76.
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20 commenti:
Complimenti Antonella, hai centrato il problema dei problemi, il rincoglionimento collettivo; infatti quando un popolo diventa globalmente rincoglonito non c'è modo di portarlo ad alcuna ragione; puoi parlargli di mafia, massoneria, stragi, dominio bancario, 11 settembre; saranno tutti geroglifici e ti rispondera sempre:"auuuggh!! ma se queste cose fossero vere allora tutti si sarebbero ribellati, aauuggh, quindi se non si ribella nessuno vuol dire che il potere ha ragione, quindi io non mi ribello, aaauugghh, quindi io sono furbo perchè gli altri sono furbi come me auughh"
grazie come sempre dei tuoi articoli
Allora,diciamo questo:che cosa fa qualunque entita' che vuole governare su un popolo o anche il padre di famiglia che vuole avere potere sul figlio?Cerca di controllarlo mentalmente,e' ovvio,perche' qualsiasi potere si basa sul controllo mentale.Non si puo' obbligare qualcuno a fare qualcosa con la forza bruta perche' prima o poi quello si ribellera'.Occorre fargli fare quello che vuole il (padre) padrone facendogli credere che lo fa di propria volonta'.Occorre ipnotizzarlo,costruirgli nella mente una realta' falsa.E come si fa a fare questo?E' semplice:si ripete continuamente,pedissequamente,ossesivamente,sempre la stessa menzogna,e piu' grande e' la menzogna piu' verra' creduta,perche' la mente crede vero quello che viene ripetuto tante volte.Su questo si basa la pubblicita',la televisione,i giornali.Ripetono continuamente grosse falsita'.E vengono credute.Coloro che hanno il potere sono dei vampiri delle emozioni umane,creano schiavi mentali che utilizzano come zombie.Quelle ragazze che sono state fotografate a villa Certosa non sono altro che schiave mentali addette al servizio rituale satanico sessuale del Capo.Sono il suo nutrimento.Riflettete su questo:perche' tante donne che vengono malmenate dal marito o dal fidanzato non riescono a denunciarlo e addirittura dicono alla polizia che gli vogliono bene al marito!Sembra una cosa assurda che uno vuole bene a una persona che ti massacra di botte eppure e' cosi'Perche' succede?Perche' il marito gli dice continuamente che gli vuole bene,gli mena e gli dice che gli vuole bene!A forza di dirgli che gli vuole bene,che e' una grossa bugia,altrimenti non la picchierebbe,e' ovvio,lei ci crede.Crede a una cosa assurda.Capito come si fa'?E' semplice.Come ha fatto hitler a convincere un popolo civile come i tedeschi che gli ebrei erano colpevoli di qualsiasi cosa?Glielo ripeteva continuamente,e' semplice.Hitler ha fatto un'esperimento di controllo mentale di massa.E c'e' riuscito.
Come base quello che manca sicuramente è il senso "civile". Tipo: vado a fare un bel picnic, su un prato verde, lindo, pulito e me ne vado lasciando carta, cartucce, resti di tutti generi...tralasciando non soltanto il rispetto di quello che capiterà lì la prossima volta, ma il rispetto di me stesso, in quanto potrei tornarci anch'io.....
Con questo atteggiamento di base, non si arriverà mai ad un miglioramento e come descrive perfettamente bene Antonella e la ignoranza che dilaga. Ma non si parla soltanto di un'ignoranza povera. Esiste anche un'ignoranza più profonda. In persone apparentemente di un certo livello "culturale" perchè seguono gli eventi politici, economici e letterari, ma non riescono a vedere "oltre" il loro visuale comodo. Hanno paura di perdere la loro comodità. Non so se mi spiego.
Cara Antonella, a questo punto della deriva che trascina la modernità "democratica e pluralista" io vorrei segnalarti una considerazione "anti-dogmatica" per una persona intrisa di valori illuministi, eppure imposta dalla osservazione della serie ininterrotta di fatti che caratterizzano il nostro periodo storico:
non sono i popoli che "fanno i re" bensì sono i re che "fanno i popoli".
Quella cronica mancanza di autonomia di pensiero, quel bisogno del capo carismatico da seguire ed a cui delegare l'esercizio del discernimento nei fatti pubblici della vita sociale, quella disponibilità a scagliarsi contro il nemico di volta in volta indicato come tale dallo "ordine costituito" (soprattutto se tale "nemico" è indifeso e fa, quindi da “capro espiatorio” delle tensioni psichiche collettive), quel particolarismo gretto nelle cose concrete alternato ad un utopismo sentimentale dedicato alle cose di valore collettivo, che realizzano il senso di legittimità etico-politica del popolino, indicano che quello “homo politicus” postulato dalla teoria illuminista, non si riferisce all’umanità concreta con la quale dobbiamo avere a che fare nella vita sociale e nella storia, almeno, non a quella popolare.
Di qui l’estrema soggezione delle masse a farabutti, a macchiette e via dicendo: dal livello picaresco delle funzioni cerebrali dei protagonisti della scena politica; tale basso profilo, infatti, è cominciato prima dello sviluppo dei mass media; caso mai, l’utilizzo di questi mezzi servirà a mobilitare le risorse personali della massa di individui con più rapidità ed efficienza, ma non a cambiarne l’indole, altrimenti costoro si sarebbero rifiutati di accontentarsi di tali strumenti di informazione e formazione mentale, no ?
Ti pare il caso di insistere nell’attendersi una maturazione popolare che non viene ne in tempi di diffusa povertà, ne in tempi di opulenza, che non si è vista in tempi di analfabetismo, e nemmeno in quelli di alto tasso di scolarizzazione ? Non mi pare che il super-uomo nietschiano che sa inventarsi una dimensione di realizzazione del se al di là delle circostanze oggettive della vita si sia mai visto agire nel mondo reale, e si sa a quale dimensione mentale tale sogno ha condotto il suo autore …
Un cordiale saluto a tutti
Ermanno
Sei grande Antonella, hai dato una chiarissima spiegazione del perchè Berlusconi vince.
Mi sono permesso di stampare il tuo scritto con tutti i riferimenti citati e la tua firma, e lo sto facendo circolare, spero che altri lo facciano.
Un carissimo saluto
Salvo
Berlusconi vince perche' usa il potere del mantra.Cos'e' il mantra?E' una parola o serie di parole ripetute continuamente,ossessivamente,giorno dopo giorno,alla gente.Riflettete:che cosa diceva mussolini agli italiani durante la guerra?vinciamo,vinciamo,vinciamo,e gli italiani si sono accorti che stavano perdendo solamente quando videro gli aerei americani sopra le loro teste.Recitano mantra,capito?Fanno tutti cosi',e' semplice.
"La Storia d’Italia, si sa, annovera grandi artisti, geni della Scienza e grandi eroi. Ma oggi? Siamo un popolo di rincoglioniti, imbecilli, cortigiani, buffoni e veline?
Sta a noi deciderlo, scegliendo di essere come il sistema ci vuole, oppure di abituarci a fare cose che ci rendono migliori, più consapevoli delle tecniche utilizzate da chi ci vuole ignoranti e rincoglioniti."domande giuste antonella,ma parziali ed in fondo scontate...il problema è x me,dico x me, che l'ignoranza l'asservimento il servilismo sono stratificati in noi.è la storia, la nostra, che tu ben conosci è lì a spiegarci i motivi, le cause della nostra deriva.il punto è come uscirne.va bene sul leggere di più va bene sul chiedersi chi siamo e che tipo di società vogliamo...sinceramente sono molto molto scettico su una presa di coscienza da parte nostra.le macchine son qui ovunque ad indicarci il nulla di ciò che abbiamo creato...ora è tardi...il clima dicono sposterà milioni di milioni di persone dal sud del mondo verso di noi...non ho risposte...magari installo un pannello fotovoltaico sul terrazzo, chiudo la tv mi informo solo sui blog-intelligenti di come va il mondo...divento + tollerante...magari riscopro la sana voglia di dare qualche ceffone ai padroni(del tutto finanza, voti, cose che consumiamo senza capire il xchè)...un tizio molti anni fa si dice che si sacrificò x noi x salvarci...x darci l'esempio...il suo come tanti altri messaggi umanistici di varie culture sono universali buoni ed onesti ...cercano l'anima dell'uomo cercano di tirarla fuori...ma c'è quest'anima?...il motore,l'unico, la consapevolezza x voler cambiare è nell'anima.
ma anche questa si sedimenta in noi se le diamo la possibilità di farlo.
da tempo abbiamo scelto che la cupidigia è meglio del dare senza chiedere.è la morale corrente.sono i valori
umanistici con dentro un dio o senza un dio il vero
motore x cambiare.
chiudo
con stima giampiero
Visto che hai scritto alcuni dati interessanti mi permetto di aggiungerne altri che trovo correlati. In Italia ci sono 3,5 milioni di poveri. E circola un eguale numero di SUV. Chiaramente il mantra di cui parla Roberto è : salvare l'industria. Quindi vendere più SUV e fottersene dei poveri. Quando Enrico Berliguer parlava della questione morale stava mettendo sul piatto le delicate questioni spiegate dall'articolo, e ci stava mettendo in guardia dalla deriva di certa politica che necessariamente genera quei mostri sociali che oggi possiamo ammirare non senza provare qualche vergogna.
Carissima, ho letto il tuo articolo che mi ha molto colpita, ti chiederei, pertanto il permesso di poterlo copiare e divulgare.
Grazie, cettina.
Certo Cettina, puoi copiarlo e divulgarlo, ovviamente non per scopi di lucro e senza alterare in alcun modo il testo originale. Grazie
Ricordo che per richiedere l'autorizzazione a pubblicare o a divulgare gli articoli bisogna scrivere all'indirizzo
giadamd@libero.it
grazie
Per la morale Socrate è stato ucciso dopo esser stato condannato dai potenti. Gesù Crocifisso. Tante persone ammazzate per il bene della giustizia e per la ricerca della verità. Difendersi si deve ma sempre con giustizia, la giustizia dei potenti è truffa. Loro, quando verrà meno ciò su cui hanno fondato la loro "fortuna" cosa avranno capito della vita? Fatti loro, ma ognuno di noi a cosa aspira veramente, cosa auspichiamo veramente per noi per essere felici, per essere fieri di noi stessi, ecco quello che conta per ognuno di noi. Allora se chi sta al potere fa quello che fa, credo che se lo sia meritato con il voto di chi pensa come lui. Se questo sistema non ci piace allora viviamo secondo la nostra natura, ma sia uniforme alle cose universalmente riconosciute come giuste. E tutto difficile ma o si accetta la voce che si ha dentro e si muore per essa senza rimorsi o si muore ogni giorno dentro vivendo tristemente con un riomorso al giorno.
Per me l'impostazione dell'articolo è totalmente sbagliata. Dice Antonella: l'Italia da paese delle arti e della cutura è diventato un luogo di rincoglioniti. Beh, direi, forse, ma quando l'Italia era paese delle arti e cultura mica c'era la democrazia o tutte queste belle cose. E anche quando l'Italia era nel fiorire delle sue arti, ci saranno stati comunque tanti rincoglioniti. Inutile illudersi, i letterati sono e saranno sempre un'elite. Saper scrivere, leggere, ecc. richiede uno sforzo (oltre a delle attitudini naturali). Molto spesso si deve venir costretti a impegnarsi in questo senso.
Quindi inutile chiedere che gli altri si "elevino". Siamo questo! Prendiamone atto. Piuttosto è l'idea di democrazia che è sbagliata, oltrechè controproducente, in quanto invece che portare tutto il popolo verso l'alto, trascina in basso anche chi sta in alto!!
Rispondendo ad Antimoderno: Posso anche essere d'accordo su alcune tue posizioni. Resta il fatto che la (deprecabile fin che si vuole) borghesia diede la luce, grazie a munifici finanziamenti, alla modernità che partorì quei gioielli artistici e scientifici che il mondo intero ci invidia. Per quanto riguarda il nostro presente invece nessuno ci invidia alcunchè, proprio perchè i finanziamenti sono rivolti verso le elites finanziarie e non verso la cosiddetta "ricerca e sviluppo" nei vari rami del sapere. Si può quindi trarre la conclusione che con il passare dei secoli la nostra posizione sia decisamente peggiorata, nonostante la democrazia sia fetida ovunque.
Mi complimento, come hanno già fatto altri per questo post, condivido che il primo problema delle società occidentali e in particolare di quella italiana sia la mancanza di cultura e di un sistema virtuoso che la sviluppi. Non a caso, il pezzo della controriforma Gelmini, che riguarda la scuola primaria, va esattamente nel senso di togliere agli italiani, fin da piccoli, la capacità di elaborare ed analizzare criticamente la realtà che li circonda.
Tuttavia non è la democrazia che alimenta lo stato di degenerazione culturale e civile degli italiani, anzi, direi che mai nella storia delle comunità locali che hanno dato vita all'Italia come nazione, si è vissuto un momento migliore sotto il profilo delle libertà individuali e collettive, da quando, appunto, è nata la Repubblica nel 1946.
Il punto, mi pare, sia invece, la necessità di difendere costantemente (qui forse sta la vera l'anomalia del sistema democratico italiano)le conquiste sociali e civili, compresa la carta Costituzionale, ottenute in questi decenni.
La mancanza di un'opinione pubblica matura e l'allargamento smisurato di un ceto oggi egemone in tutte le classi sociali, ha creato un blocco egoistico ed egocentrico: "ventre molle" della società, che sta facendo il resto nella corsa al disfacimento morale della nazione.
Il consenso di Berlusconi è quindi basato sull'ignoranza come descritta in questo post, ma anche dalla sua capacità di parlare alla "pancia" e al portafoglio di chi ha interessi grandi e piccoli in gioco e guarda alla Stato come ad un nemico, ma in realtà è la collettività il suo vero nemico e in quanto tale ha bisogno di vedere materialmente escludere pezzi di essa ritenuti zavorra da emarginare.
E', quindi, il "berlusconismo" quale intreccio d'interessi ad imperare oggi, (sistema che temo sopravvivrà all'uomo Berlusconi), esso è una tragica realtà propria della sub-cultura nazionale italiana, capace di adeguarsi ai tempi e ciclicamente affiorare devastando il quadro sociale.
La lotta è si culturale, ma non basta, occorre togliere da sotto i piedi del "berlusconismo" il suo terreno di proliferazione legato a doppio filo con gli interessi dell'egoismo di massa di quella parte della società che fa del mercantilismo il suo modo di vita. Il "berlusconismo", come sistema di relazioni sociali e rappresentante di questo blocco sociale egoistico, fino qui, è riuscito ad agganciarsi anche agli interessi veri di chi gestisce il sistema economico e soprattutto finanziario italiano, solo ultimamente, pare che il cosiddetto "grande capitale" si stia smarcando, vedi la campagna scandalistica di questi giorni, ma se lo fa non è certo per modificare in meglio la situazione socioeconomica italiana, anzi, alla luce della crisi mondiale, è per controllarla e restringerne ulteriormente gli spazi di libertà in essa ancora attivi, ritenendo Berlusconi un intralcio imbarazzante e forse inadatto allo scopo. La lotta è appena cominciata e non mi sorprenderebbero colpi di coda pericolosi, visto l'immenso potere concentrato nelle mani del Premier.
Per questo non è facile battere il "berlusconismo", occorre ripensare alla società, alla qualità del suo sviluppo, alla riconversione economica di ampli settori produttivi. Occorre un piano strategico che al momento nessuno ha da proporre agli italiani, sfidare in campo aperto l'egoismo sociale oggi prevalente in Italia ed in Europa è al momento pura illusione. Comunque aspettando (non passivamente) tempi migliori, possiamo ognuno con la sua capacità, organizzare e stratificare punti anche minimi di resistenza civile ed etica, che diventino poi piattaforme di massa per una rilancio progressista e democratico della società.
Dice Antonella: "Il nostro è un paese definito moderno e democratico. Ma la domanda è:
è possibile creare una vera democrazia senza capacità di pensare con la propria testa e di capire cosa davvero succede attorno a noi?
Molti studiosi, da tempo, fanno notare che l’ignoranza è la condizione ottimale per far prosperare i sistemi falsamente democratici. Per tenere un popolo sottomesso basta tenerlo nell’ignoranza, perché non c’è libertà senza conoscenza e consapevolezza della realtà."
Ma non è possibile dire "la verità"! La verità, non sarebbe tollerata nè dai progressisti, nè dai conservatori! E ognuno troverebbe mille scuse per non accettarla. Basta citare il fatto che, ad esempio, nessuno mette in dubbio che si debba crescere, crescere, crescere....
La verità è che abbiamo iniziato una corsa impossibile che prevede soltanto una conclusione: sbattere nel muro, miliardi di morti, distruzione, ecc.
La verità non è qualcosa di riconducibile al solo "politico" o al "sociale". La verità è che l'uomo si sta auto-ingannando anche con la sua logica. Che ciò in cui crede non è vero. E come fai a spiegare tutto questo? Quale partito politico prenderebbe voti se mettesse nel suo programma: "diminuiremo i bisogni individuali, perchè dobbiamo diventare tutti più poveri"!!!.
Facciamo un esempio di "lbertà di pensiero".
In questi giorni c'è la storia della rivolta iraniana, e vai con tutti i commenti di fuoco nei blog!!!. La maggior parte dice: "la dittatura teocratica iraniana deve crollare, ecc,ecc".
La loro sarà anche una dittatura teocratica, ma quanti si rendono conto di vivere in una dittatura capitalistica? E' meglio avere per padrone le banche, il denaro o dei preti? E soprattutto: dove ci stanno portando, i guidatori della barca "occidentale"? Ci basta quel pò di "libertà" in più che sembriamo avere?
Scrive Alessandro Perrone: "non è la democrazia che alimenta lo stato di degenerazione culturale e civile degli italiani, anzi, direi che mai nella storia delle comunità locali che hanno dato vita all'Italia come nazione, si è vissuto un momento migliore sotto il profilo delle libertà individuali e collettive, da quando, appunto, è nata la Repubblica nel 1946."
Sai che offesa è dare del "talian" ad un abitante dell'Altoadige? E sai perchè? Prova a chiedere loro cosa hanno guadagnato e cosa hanno perso nel passaggio tra l'impero austro-ungarico e la bella italietta (paese di santi, navigatori e puttane, diceva l'Avvocato) così bene dipinta anche da Antonella in un suo recente articolo.
Verissimo è il perenne tiro alla fune dove noi tutti dobbiamo impegnarci a consolidare le conquiste di duri decenni di lotte. Purtroppo devo annotare come le defezioni da questa parte della fune siano sempre maggiori, con conseguente fatica degli irriducibili e crescente soddisfazione dell'altra parte.
"La lotta è si culturale, ma non basta, occorre togliere da sotto i piedi del "berlusconismo" il suo terreno di proliferazione legato a doppio filo con gli interessi dell'egoismo di massa di quella parte della società che fa del mercantilismo il suo modo di vita." Hai un gran bel dire qui. Si chiama Darwinismo sociale. Chi ha maggiore accesso alle ricchezze è considerato da questa cultura il vincente. Ti sfido a dimostrare il contrario. Perchè un bel italiota dovrebbe rinunciare all'Ipod, al cellulare di ultima generazione, al capo griffato, alla macchina status symbol che portano alle facili conquiste sessuali e all'invidia generale? I casi come Saviano sono troppo pochi per fare statistica, chiamiamoli schegge impazzite di un sistema ben allineato. In realtà il modello berlusca è non è un modello ma IL modello vincente, date le priorità dei valori attuali. Se vogliamo cambiare, il cambiamento nasce dalla cultura, da nuove priorità, da nuovi valori. Ad esempio la condivisione. La borghesia non è sempre stata così cinica e bara, nel rinascimento era prodiga di finanziamenti, seppure fatti con chiare finalità di prestigio. Oggi non è più prestigioso dare finanziamenti munifici ad artisti ed enti scientifici come nel 500. E' molto più prestigioso avere ville lussuose dappertutto, e circondarsi da yesmen e oggetti (qual'è la differenza?). Nel 500 l'arredamento e l'architettura erano sobri per non dire spartani, e lo status symbol non era tanto il SUV nero (carrozza damascata), quanto il commissionare opere di valore. Questo è l'insegnamento che la Storia ci ha lasciato. Detto per inciso: se il berlusca decidesse di finanziare con i suoi fondi privati lo stretto di Messina lo stimerei già di più, visto che i maggiori esperti mondiali dicono che è un'opera irrealizzabile con le attuali tecnologie.
Dice Antimoderno: "non è possibile dire "la verità"! La verità, non sarebbe tollerata nè dai progressisti, nè dai conservatori!" Ricordo che nell'intestazione di Nuova Energia Antonella precisa come "non esiste la verità, ma le verità". Non so quindi a quale verità tra le molte possibili tu faccia riferimento. La verità unica, indiscutibile è dogmatica e fascista, condensato metafisico di idee platoniche senza riscontro alcuno con l'esperienza umana dei più. Stiamoci attenti. A parte questa precisazione concordo con quanto dici :P
Mi identifico pienamente nel tuo scritto, si vive nell'oblio mentale e si accetta di venire riempiti di spazzatura nelle coscienze. é drammatico. SVEGLIAMOCI.
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